DOGE: GIOVANNI SORANZO. 15'» 678. — s. d., (1316, principio?). — c, 239 t.° — Risposta del dogo a Pietro giudice da Breda ambasciatore del comune di Treviso. Insiste perchè Tolberto da Camino faccia togliere certe chiuse da lui fatte costruire alle bocche influenti nel-l’acqua detta Trincavedha, sopra le quali il comune di Venezia aveva diritti incontestabili eh’ è pronto a sostenere avanti chi si sia. V. Minotto, Doc. ad Belunum ecc., I, 127 679. — (1316), ind. XIV, Gennaio 21. — c. 212 t.° — Roberto re di Napoli risponde ai cardinali nominati al n. 682 : spiacergli che i suoi ufficiali in Ferrara non osservino i trattati con Venezia ; aver preso i provvedimenti atti a togliere ulteriori motivi di lagno, come al n. 680. . Data a Napoli. / 680. — 1316, ind. XIV, Gennaio 22. — c. 243. — Roberto re di Napoli rettore in Ferrara per la S. Sede, in seguito a lagni dei cardinali, ordina ai propri ufficiali in detta città di osservare rigorosamente i patti esistenti con Venezia ; di riformare quanto fecero in contrario e di riparare le conseguenze delle avvenute infrazioni. Data a Napoli, anno 7 del regno. 681. — 1316, ind. XIV, Febbraio 16. — c. 238. — Commissione data da re Roberto di Napoli a fra’ Giovanni bacelliere in decreti, abate del monastero di Ripalta, e ad Andrea da Camerino professore di diritto civile, giudice della r. gran corte d’ appello, ambasciatori a Venezia. Il re è disposto a trattar bene i veneziani, segnatamente in Trani, e a risarcire i danni’ che loro recassero i suoi ufficiali. Vuole che di tutti i danni dati in detta citfà ai veneti al tempo dell’ interdetto di papa Clemente V sia fatta speciale inquisizione da due arbitri, uno pel re, 1’ altro per Venezia, ai quali il giustiziere di Terra di Bari presterà ogni appoggio, perchè tutti i danni siano compensati. Fa sapere secretamente che, al tempo predetto, ordinò si eseguissero i decreti papali nel modo il più dolce possibile. Chiedano d’ altronde gli ambasciatori riparazione degli insulti e danni dati da nove galee veneziane nelle acque di Corfù e di Cefalonia alla flotta regia reduce di Romania, che fu da quelle costretta a capitolazione coll’ intervento di Giovanni de Argallo capitano di Corfù. Promettano che per tal fatto i veneziani non saranno molestati. Dicano : non potere il re accettare come legali le sentenze di tribunali veneti per danni dati a veneziani. Ripetano risarcimento pel grano tolto in Ragusi ad una nave di Guglielmotto di Maggio da Rarletta, comanditta da Lancilotto Masucci di Venezia, caricata in Manfredonia, e mandata a Salerno da Andrea de Triffo di Aversa e da Anello Ra-rabello di Gaeta mastri portolani e procuratori di Puglia. 682. — (1316), Marzo 12 (registrata ai 21 Aprile). — c. 212 t.° — I cardinali Rerengario vescovo di Tusculo, Arnaldo v. di Sabina, Arnaldo v. d’ Albano, Guglielmo v. di Palestrina, Iacopo v. di Porto, Nicolò prete di S. Eusebio, Arnaldo p. di S. Prisca, Berengario p. de’ SS. Nereo ed Achilleo, Raimondo p. di S. Potenzia-