DOGE: GIOVANNI SORANZO. 243 forza di sentenza dell’ inquisitore della città stessa, ai rettori del comune d’ Ancona e al suo consigliere Giovanni Dagi anconitano. Data a Cingoli (v. n. 328). Segue una postilla, scritta separatamente, che prega sia fatta la consegna entro 16 giorni dalla precedente. 328. — (1322), ind. V, Agosto 5. — c, 122 (121) t.° — Amelio ecc. (v. n. 327). rimette al doge gli allegati A e B per mezzo di Petruccio di Francesco da Bologna, e chiede la consegna del Cerolo entro quindici giorni dalla presentazione di questa. Data a Cingoli. Allegato A: (1322)t, Maggio 23. — Bolla piccola di Giovanni XXII papa al doge. Commenda per 1* arresto e la detenzione in Venezia di Cerolo da Recanati, e chiede sia tosto rimesso all’ abate Amelio. Data in Avignone, a. 6 del pontificato (X hai. Iun.). Allegato B: (1322), Maggio 23. — Bolla come sopra all’ abate Amelio. Gli è rimesso 1’ allegato A coll’ingiunzione di mandarlo al doge per l’esecuzione. Quando avrà in mano 1’ eretico, lo tratterà secondo il diritto canonico, per il che gli è data ogni necessaria facoltà. Data come 1’ allegato A (v. n. 331). 329. —1322, Agosto 9 (presentata). — c. 124 (123). — Nicolò despoto di Romania Duca Angelo Comneno risponde a lettere ducali. Non è vero eh’ esso non volesse consegnare la vallonea da lui venduta a Nascinguerra Veni ero, come asserì il costui padre Gabriele ; si rechi il compratore a prenderla e gli sarà consegnata. È disposto a favorir sempre e in ogni modo i veneziani. Questa lettera fu presentata da Donato Faliero capitano delle navi, che l’aveva avuta da Matteo Michele capitano del Golfo. 330. — (1322), Agosto 11. —c. 132 (131). — Bolla piccola di Giovanni XXII papa ai frati predicatori e a tutti gli abitanti della Venezia. Ogni deposito esistente presso chi si sia per conto della S. Sede, tanto per sussidio di Terrasanta che per ogni altro titolo, sia consegnato ad Ademaro Targa arciprete di S. Africano diocesi di Vabres, e a Folco de Sislarico frate predicatore, i quali hanno ogni facoltà per tale esazione, compresa quella di costringere i riluttanti con censure canoniche. Data in Avignone, a. 6 del pontificato (III id. Aug.J (v. n. 340). 331. — 1322, ind. V, Agosto 17. — c. 123 (122). — Marco Calcaterra del fu Viviano notaio procuratore di Obizzo del fu Marsilio da Carrara di Padova (procura in atti Matteo fratello di Marco suddetto, ufficiale di quella curia vescovile), promette solennemente al'doge che nè il Carrarese nè altri molesteranno in modo alcuno i veneziani, e le persone che vanno e vengono da Venezia, coi due burchi o ganzaroli che fa fare in Cavarzere, obbligando per 1’ osservanza tutti i beni del suddetto Obiz-zo. Su ciò, il doge concede licenza per la costruzione delle due barche. Fatta nella cancelleria ducale di Venezia. — Testimoni : Giovanni Maestrorso