DOGE! GIOVANNI SORANZO. 187 Seguono note in spagnuolo: che la richiesta del Garriga fu di 1. 486, s. 10; che Gabriele Estacon, pure danneggiato da veneziani, chiede 1. 1069. 77. — s. d., (1317?). — c. 17 t.° — Si fa sapere (in provenzale) a mastro Gualtiero che Raimondo Blanc, viguier, Giovanni dal Revest giudice di palazzo, Raimondo d’ Argilies sindaco della città coi sei prozomes Pietro Berìnno di S. Felix, Raimondo de Folies, Arnaldo Dal Baus, Ugo Auriol, Bernardo Guamier convocarono il consiglio di Marsiglia, e fu preso che. mastro Gualtiero inviti il comune di Venezia a mandare colà suoi rappresentanti per venire ad un accordo. Ciò fu trattato da Stefano de Sant Paul cittadino di Marsiglia, e scritto da Antonio Laugier. 78. — s. d., (1317?). — c. 18. — Saladino Dandolo abate di S. Giorgio maggiore di Venezia, deputato dalla S. Sede esecutore all' osservanza dei patti fra Venezia e Ferrara, fa sapere a tutti d’ avere, a richiesta di B. vescovo d’ Arras, di V. vescovo di Bologna e dell’ arcidiacono Aimerico nunzi papali, sospeso per quindici giorni, e per altri quindici ad arbitrio degli stessi, l’interdetto da lui lanciato contro Ferrara per inosservanza dei patti suddetti. Seguono note che simile sospensione fu spedita a mezzo di Giovanni di Marche-sino ai pruni di Febbraio (1318?), ed altra ancora 1’ 8 Marzo per mezzo di frate En-rigino procuratore dei detti nunzi (v. n. 81). 79. — (1318), ind. I, Gennaio 7. — c. 19 t.° — Il collegio, a ciò autorizzato dai XL, decreta libera la raffinazione del rame di Ragusi, purché chi 1’ esercita presti malleveria di farlo puro, depositi la propria marca, paghi 40 soldi il migliaio, e non faccia lavorare al di là di S. Biagio e di S. Ermagora. V. Liubió, op. cit., I, 297. 80. — (1318), ind. I, Gennaio 16. — c. 19 t.°. —Bisposta del doge a Rizzolino degli Azzoni, Andalo da Riese, Bonincontro di mastro Pace e Morando di Fraporta ambasciatori del comune di Treviso. Venezia è amica di Treviso, e lo prova la tentata interposizione di lei fra Cane della Scala ed i padovani, e gli uffici recenti di essa per ricondurre la pace nella Marca Trivigiana. Circa 1’ ambasciata mandata a Treviso dal conte di Gorizia e da Cane della Scala, essa farà quanto può allo scopo predetto ; domanda che sia fatta pronta giustizia a Bartolammeo Longo e ad altri veneziani. V. Minotto, Hoc. ad Belunum ecc., 132. 81. — (1318), Gennaio 28. — c. 20. — L’ abate di S. Giorgio (v. n. 78) scrive al podestà, al tesoriere e a tutti gli ufficiali di Ferrara. Per la violazione dei trattati vigenti fra Venezia e Ferrara, approvati da papa Clemente V, furono contro di loro dal detto abate e da’ suoi coesecutori pronunziate varie sentenze di scomunica, e Ferrara fu sottoposta ad interdetto. Li invita a far gli atti di emenda dentro il termine stabilito dalla legge, minacciando altrimenti di far proclamare publicamente la