DOGE: PIETRO GRADENIGO.
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in Zara, e chi le accettasse non possa mai aver appoggio dal comune in qualsiasi evenienza.
     Data in Ancona.
      V. Liubió, op. cit., 1, 256.
     478.	— 1311, ind. IX, Maggio 18. — c. 173. — Codicillo al testamento di Guido de’ Negri riferito al n. 410. Confermate le disposizioni di quello, aggiunge ai propri esecutori testamentari Paulo del fu Zambono Dotto, senza il cui intervento non possano gli altri fare alcuna cosa.
     Fatto in Padova a S. Giuliana in casa del Negri. — Presenti: Vendrame detto Peverino da Rovolone del fu Pietro, notaio, Giovanni del fu Filippino notaio, Giovanni del fu Paolo di Albrigeto, Schinella detto Cenglato del fu Meo da Tribano, Pietro Longo, del fu Rolandino banditore, notaio. — Atti Bartolomeo Lac del fu Atto, notaio.
     Segue dichiarazione di Iacopo del fu Tomaso scrivano del comune di Padova al banco dello Stambecco, d’ aver rilasciata la presente copia d’ ordine di Schinella Dotto, giudice al detto banco, il 26 Novembre 1311.
      È ripetuto a c. 175 t.°.
     479.	— (1311), Giugno (primi). — c. 163. — Annotazione: che Perino Giustiniani giurò, sull’ anima di Agnese vedova di Tomaso Querini, di non poter fare gli imprestiti che per 200 lire meno di quanto fece pel passato ; cosi riferi Marco Siboto agli ufficiali agli imprestiti (v. n. 481).
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     480.	— (1311), ind. IX, Giugno 4. — c. 166. t.° — Zanoto Mamara veneto, abitante in Famagosta, dichiara con giuramento che navigando verso Candia sulla ta-rida del genovese Vignolo de Vignolo, questa fu raggiunta presso lo scoglio di S. Paolo dalla galea di Simonino Doria ed Antonio Arcato, proveniente da ponente, e portante ambasciatori genovesi al gran maestro degli spedalieri ; che dall’ equipaggiò d’ essa gli fu tolto un cantaro e 20 rotoli di pepe, misura di Cipro, da lui comprato in Rodi per 900 bisanti bianchi ; che Pietro Querini detto Vercio fu pure derubato ; che al fatto furono presenti Iacopino Lombardo sensale, Michele Mazamorti, Alberto ed altri ; che ciò avvenne nel passato Maggio.
     Seguono i costituti dei primi due testimoni citati di sopra, conformi alla detta querela.
    481.	— 1311, Giugno 7. — c. 163. — Marco Morosini Zanacla giurò, davanti al doge e ai consiglieri, di non poter fare gli imprestiti come in addietro, ma solo per lire 650.
     Giovanni Zeno di S. Maria Nuova giurò che farebbe gli imprestiti giustamente, non potendoli più fare come prima.
     Bartolomeo da Zara di S. Marziale, giurò di non poter fare più di 4000 lire d’imprestiti (v. n. 482 e 483).