doge: marino zorzi.
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    509.	— 1311, ind. X, Dicembre 13. — c. 173. — Petizione con cui il nobile Giovanni de Caligine di Padova, per sè, quale esecutore testamentario del defunto nobile Guido di Gabriele de’ Negri, e qual procuratore di Zambono di Paolo Dotto, chiede al doge di ordinare ad Ambrogio notaio ducale di erigere publico ¡strumento d’ un deposito di lire 200 di grossi, il cui primo atto era smarrito ma esisteva nel protocollo d’ esso notaio.
     Si nota che la petizione fu rimessa ai cancellieri, in seguito al parere dei quali fu ordinato dal doge e dal consiglio minore che 1’ ¡strumento sia rinnovato, a condizione che il petente giuri di non chiederlo per frode, e che se 1’ esemplare smarrito si rinvenisse, resti per sempre annullato, e che siano uditi tutti gl’ interessati (v. n. 508 e 510).
     Altra eguale sta a c. 176 t,.°
    1311,	Dicembre 13. — V. 1313, Febbraio 28.
    510.—	1311, Dicembre 15. — c. 173. — Giovanni de Caligine produce davanti al doge ed al suo consiglio i documenti riferiti ai n. 410 e 478 (v. n. 509 e 511).
    511.	— (1311), Dicembre 19. — c. 175. — Lettera di Gerardo da Enzola di Parma, vicario imperiale in Padova, nella quale certifica che i documenti riferiti ai n. 410, 478, 507 e 508, furono rogati da notai legittimi esercenti in Padova.
     Data in Padova al banco filiscum) del sigillo (v. n. 510 e 512).
     1311,	Dicembre 21. — c. 175 t.° — Ripetizione del n. 511.
    512.	— 1311, ind. IX, Dicembre 22. — c. 173 t.° — Dichiarazione di maestro Gerardo de’Viviani notaio, che attesta come nel libro degli ufficiali di Padova, compilato da Giovanni di Pietro de’ Molinelli notaio, d’ ordine del vicario imperiale Gerardo da Enzola, ed esistente nell’ufficio del sigillo, si legge che al 1.° Novembre 1311 fu posto come giudice al banco dello stambecco Schinella di Paolo Dotto, in luogo di Alberto Pegolotto, e Iacopo figlio di Tomaso come notaio.
     Fatta nel palazzo del comune di Padova al banco del sigillo. — Presenti Mar-coardo del fu Simeone, Fioriano di Verzola, Pietro Longo del fu Rolandino notai al detto banco, Andrea del fu Bartolomeo de Andrea notaio (v. n. 511 e 513).
     513.	— 1311, ind. IX, Dicembre 23. — c. 176. — ¡strumento in cui si dichiara che, costituito alla presenza del doge il cavaliere padovano Giovanni de Caligine nelle qualità conferitegli dai documenti n. 410 e 508, chiese la rinnovazione d’un istromento di deposito di 1. 200 ven. di gr. (rogato dal notaio ducale Ambrogio Moroni), per la restituzione delle quali erano garanti Marco Barbo e Giovanni di Avanzo ; che il doge deferì la cosa a Marco de Vinea arciprete di Castello e vicario generale di quel vescovo Iacopo, e ad Andrea pievano di S. Giovanni Decollato cancellieri ducali, i quali, uditi Giovanni Marchesini qual procuratore del doge e del comune, il de Caligine ed i fideiussori, dichiararono essere il comune debitore del deposito ; che