54 C0MMEM0RIALJ, LIBRO I. da Camino e del comune di Treviso, che chiesero la consegna di alcuni rei di macchinazioni a danno dei da Camino e del comune, il doge risponde: spiacergli il fatto ; non poter consegnare i colpevoli perchè forestieri ; averli fatti arrestare in Poveglia (Pupilie) e volerne far giustizia, il tutto a maggior soddisfazione dei reclamanti. V. Minotto, Docmi. ai Belunum ecc., 94. 4305, Luglio 5. — V. 4305, Giugno 44 (n. 246). 251. — 1305, ind. Ili, Luglio 7. — c. 79. — Intimazione e protesta di Perci-valle de’ Ribaldi, simile al n. 249, con risposta del doge, pur simile, che difende Venezia dall’ accusa di non osservare i trattati. Fatta nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Pietro Michele, Iacobello notaio ducale e Zambonino de Freganesco. 252. — 1305, Settembre 13. — c. 78. — Annotazione: che un messo del kan dei tartari presentò una quitanza scritta in tartaro, colla data qui sopra, sotto la quale Balduccio Buffetto e Tomaso TJgi de Sena (da Siena ?) ilduci del soldano, dichiarano (in italiano) quali testimoni, che Chogia Abdallah rinunziò ad ogni pretesa contro i veneziani ; la quitanza era rilasciata a Pietro Bodolfo (v. n. 289). 253. — 1305, ind. Ili, Settembre 18. — c. 80 t.° — Annotazione : che il can-cellier grande restituì un anello con zaffiro a Michele Morosini, il quale 1’ aveva dato in pegno per 20 soldi di grossi in seguito a rifiuto d’ andare ambasciatore in Sicilia. — Presenti : Andrea Viari giudice di petizione, e Giovanni Mengolo giudice per omnes curias. 1305, Settembre 25. — V. 1306, Luglio 28. 1305, Settembre 27. — V. 1305, Dicembre 3. 254. — 1350 (sic, 1305?), ind. Ili, Ottobre 12. — c. 81 t.° — Donato, della società dei Peruzzi, dichiara al doge ed al consiglio minore : essere stato estinto ogni suo credito verso Monfiorito da Coderta già podestà di Pola, ed acconsente siano revocate le rappresaglie concessegli contro quelli di Pola. V. Minotto, Doc. ad ForumjuUi ecc., 62, con data 1306. 255. — 1305, ind. IV, Novembre 6. — c. 80 t.° — Iacopo Querini de domo maiori, interrogato circa la petizione fatta al doge dalle figlie di Raffaele Natale, dichiara che, essendo a Costantinopoli con Ranieri Michele e Delfino Delfino a negoziare coll’ imperatore sul risarcimento dei danni dati dai greci ai veneziani, quel sovrano disse : voler compensare intieramente le perdite patite dal Natale e da Rosso Zane, cosa confermata in Venezia dall' ambasciatore imperiale Megadegeii; crede si debbano soddisfare le petenti sui 13000 perperi pagati dall’ imperatore (v. n. 228).