40 COMMEMORIGLI, LIBRO I. barigo portò a Venezia da Negroponte moggia 700 di frumento; Riagio Paulin m. 5200: Iienincasa Lovari m. 11000; Giovanni Foscarini, Leonardo Casolo e Rizzarlo Querini misure 4316 1 t da Candia. 174. — 1304, ind. II, Giugno 10. — c. 117. — Istrumento in cui si dichiara che Thoros gran giudice del tribunale di Laiazzo confessò, per mezzo di Guglielmo dragomanno, al bailo veneto Giovanni Premarino, d’aver ricevuto, per conto del re e dei baroni Ligosso e Galozani, deremi nuovi 1214 a saldo compenso di danni dati a Rindo Secimerende (o Seccamerenda) console dei pisani in Laiazzo dalle due galee venete che presero quel castello di terra, comandate da Andrea Sanuto e da Paolo e Pantaleone Morosini. Fatto in Laiazzo nel castello di terra. — Testimoni: Ugo di Ruggiero, Alassi!i taverniere, Tomaso censarius, Giovanni Gemma baslonarius del comune di Venezia, Giorgio A veroni e Renetono Ansello ambi genovesi. — Atti Gabriele de Peroijo notaio del comune di Genova e del re d’ Armenia. V. Mas Latrie, op. cit., Ili, 611.'— Langlois, Tresor des Chartes d’Armenie ecc., 165. 175. — (1304), Giugno 12. — c. 52 t.° — Risposta del doge ad Ottone di Si-vignacco cavaliere, ambasciatore del conte di Gorizia. Spedirà per la terza volta suoi arbitri in Istria per tentare un accomodamento delle questioni vertenti ; ordinerà ai rettori veneti di non immischiarsi nei diritti avvocaziali del conte sulla chiesa di S. Michele sotto terra, e di non lasciar molestare i di lui sudditi che pascono greggi sul territorio comitale ; ingiungerà ai podestà di Montona, Parenzo e S. Lorenzo di restituire i villani del conte presi da quei terrazzani, e di non lasciarne prendere. V. Minotto, Hoc. ad Forumjulii ecc., 55. 176. — (1304), ind. II, Giugno 13. — c. 53. — Guido da Canale duca ed i consiglieri di Candia scrivono al doge : Il console di Alessandria avrà dato notizie di colà. Venuto in Candia da Costantinopoli, nel Dicembre, un legno del genovese Poisino Poisi, sfuggito alla galea di Marino Bulgari che perseguitava i naviganti verso Alessandria, ne fu venduto il carico che comprendeva parecchi schiavi, i quali furono comperati furtivamente dal genovese Ottobono della Volta arrivato da Ancona. Trattato questo giusta le leggi (v. n. 93), presentò 35 schiavi, 15 dei quali furono reclamati da un greco, Giorgio, e tre dallo scrivano del legno, mentre fu sospeso il decidere sugli altri spettanti a Simeone di Sicilia assente. Dopo ciò, il della Volta e Simeone si querelarono all’ emiro (Miro) di Alessandria, asserendo gli schiavi (mamalucos) essere destinati al soldano. L’emiro mandò a chiederli in Candia; ma, non soddisfatto della risposta, mise in prigione Francesco da Canale nipote del duca stesso, il quale ora chiede che il doge s’interessi per la liberazione del parente (v. n. 183). 1304, Luglio 18. — V. n. 218. 1304, Luglio. — V n. 218. 1304, Agosto 11. — V. 1306, Luglio 28.