doge: PIETRO GRADENIGO. 45 con giuramento di dover rinunziare al carico per motivi legittimi ; ed il doge col suo consiglio accettano la rinunzia. 208. — (1304), Novembre 26, 28, 30, Dicembre 1. — c. 63 t.° — Costituti di varie persone davanti a Gabriele Marcello, Iacopo Polani e Marco Dandolo commissari a Zara, per istruire processo contro Pietro Foscari (?) (Fuscar), conte di quella città, il suo notaio ed i suoi impiegati, accusati di malversazioni e di aver venduta la giustizia. Dalle deposizioni risulta che specialmente il notaio ebbe denari da diversi rei di offese personali in risse. — Gli esaminati furono : Paolo Sanudo consigliere a Zara, mastro Andrea medico, Pietro di Biche de Petrogna, Marino di Pietro de Zane, Nicolò Buono, il nobile Vitaza de Lem.es, tutti da Zara, Dissa di Andrea de’ Bv-chi dell’ isola di Pischemat, Ivano Scozobolca calzolaio, Dobra de Brech, Giovanni de Domino, tutti e tre di Zara. Negli esami i suddetti nominarono : Marino Vioni consigliere a Zara, Giovanni Biondo, Francesco de Bunono (?), Nicola e Raimondo di Biche de Petrogna, Pietro Trateananti, Pancrazio Manolesso, Cresci figlio di Vitaza de Lemes, Giovanni de Calcina giudice. V. Liubió, Mon. spect. ecc., I, 293, con data 1303. 209. — 1304, ind. II, Novembre 30. — c. 67. — Commissione data dal comune di Padova a Buzzaccarino de’ Buzzaccarini e Liazario da Monselice inviati a Venezia. Espongano : Padova non essere obbligata dalla pace di Treviso a tògliere dal proprio esercito le macchine guerresche e demolire le fortificazioni, come avevano chiesto a nome dei veneti Gratone Dandolo e Nicolò Querini Turino, tuttavia è pronta a sottoporre tal punto ad arbitrato ; essa non fa lavori in luoghi in questione, e può continuare l’argine e la fossa intrapresi ; ridusse all’ antica misura i dazi ultimamente aumentati ; provvide a risarcire i danni recati ai veneziani. Chiedano: Apra il comune e tenga sicure le vie di terra e d’ acqua fra Venezia e Padova, specialmente quella del Brenta fino a Chioggia ; sia rimosso il lavoro fatto nel Brenta sul territorio padovano e a danno di questo ; e siano pure tolte le opere che deviarono il Brenta verso il castello delle saline ; cessino i lavori cominciati nei luoghi contesi, come prescrive il trattato di Treviso. Fatto in Padova nella casa degli anziani. — Testimoni : Savere, Albertino di Beldemando, Tomaso figlio di Matteo medico, Andrea fu Viviano, Iacopo Mazzuc-chello. — Atti Giovanni del fu Padovano Sangonacii not. sac. pai. (v. n. 205 e 213). 210. — 1304, Novembre. — c. 65. — Requisitoria simile alla riferita al n. 188 (con particolare menzione del doge nell’ indirizzo) contro Angelo Ysarelli di Venezia, socio della casa da Molino, debitore di 1. 55, s. 10 di p. torn. per panni vendutigli nella fiera di S. Giovanni di Troyes da Giovanni Belayn d’ Orchies, — Sotto-scritta 1. De Sancto Nabore. Segue nota che, il 5 Aprile 1305, Nicolò da Molino prestò malleveria al doge per 1’ Ysarelli. 211. — 1304, ind. Ili, Dicembre 22. — c. 69 t.° — Risposta del comune di Rolo-