202 COMMEMORIGLI, LIBRO II. stella (li Negroponte, avendo il re già fatto dire che risponderebbe per via d’ambasciata alle richieste del doge in proposito. Rifiuta di trattare su risarcimenti di danni dati a navi della Compagnia, che esercitarono la pirateria. I poteri degli ambascia-tori non sono sufficienti per stipulare una tregua ; facciano venire facoltà precisate, a Venezia sarà sempre pronta a trattare. 152 — s. d., (1318). —c. 451.° — Andronico Paleologo imperatore di Costantinopoli scrive al doge. Come fu annunziato da Marco Giustiniani, il marchese di Monferrato doveva passare per Venezia nel ritorno a’suoi stati. Ofa, ringraziando per gli onori preparatigli in Venezia, avvisa che il marchese manda invece Stefano Sy-ropulo famigliare imperiale con altri del Monferrato ; prega il doge di far buona accoglienza a loro ed alla galea imperiale che li porta, nonché di provvederli di salvocondotto pel resto del viaggio. 153. — (1319), ind. II, Gennaio 14. — c. 42. — Il doge col consiglio minore e coi capi di XL, giusta deliberazione dei consigli minori, dei XL, dei XVII, dei X e della giunta, ordina di aggiungere ai decreti 19 Dicembre 1318, relativo a Nicolò Zan-carolo, e 27 detto, notati nei libri del senato, che le cause ivi accennate siano commesse ai giudici di petizione, volendo che sia fatta giustizia alla principessa di Acaia. Data nel palazzo ducale di Venezia. 1319, Gennaio 26. — V. 1319, Marzo 9. 154. — (1319), Febbraio 23. — c. 44. — Lettera di Marino Albor console veneto in Ferrara al doge. I nuovi gabellieri ed ufficiali di Ferrara molestano i negozianti che navigano nel Po con vettovaglie da e per Venezia. Narra che certo Francesco Cuco, latore di questa, ebbe sequestrate in Ferrara quantità di castagne e di avellane destinate a Venezia, per non aver lettere di nazionalità dei visdomini alla tavola dei Lombardi, cosa contraria ai trattati ; nota che i maggiori cittadini eh Ferrara son d’ accordo coi gabellieri, sicché son più potenti del marchese, del podestà e del tesoriere. Data a Ferrara (v. n. 155). V. Minotto, Doc. ad Fcrrariam ecc., II, 65. 155. — (1319), Febbraio 21. — c. 44. — Marino Albor console veneto in Ferrara al doge. I negozianti, che conducono vino e vettovaglie dal mantovano e da altri luoghi non ferraresi pel Po a Venezia, sono assai vessati dai nuovi gabellieri di Ferrara. I doganieri di Pontelagoscuro ricusarono di trattare, a norma dei patti, Turino da Mantova che veniva a Venezia colla sua nave con vino, e sportane da esso console querela a Bernardo vicario del podestà di Ferrara, i gabellieri dichiararono non autentici i trattati prodotti dal console, e che volevano vedere quelli confermati dal papa o rogati da notai degni di fede. Finisce chiedendo consiglio ed appoggio (v. n. 151). Data a Ferrara. V. Minotto, Doc. ad Ferrariam ecc., 05.