doge: PrETRO GRADENIGO. 77 323. — 1307, Maggio 30. — c. 115 t.° — Il gran signore (connestabile) d’ Armenia dichiara, in nome del re, di non aver più nulla a chiedere ai veneziani, avendo questi pagato quanto dovevano, e che perciò possono viaggiar sicuri secondo i trattati. (È in francese). V. Mas-Latrie, loc. cit., 683. - Langlois, op. cit., 169. 324. — (1307), ind. V, Giugno 20. — c. 107 t.° — Il doge risponde ad Egidio de Peruns ambasciatore di Carlo II Re di Napoli, nutrir Venezia sentimenti amichevoli verso il marchese d’ Este, specialmente dopo la parentela da questo contratta col re, e eh’ essa agirà sempre in conformità. V. Minotto, Doc. ad Ferrariam ecc., I, 136. 325. — 1307, ind. V, Giugno. — c. 107. — Buonmatteo de Recegno (o Rete-gno) e Zambonino de Freganesco iurisperiti ad iustitiarn del doge e del suo consiglio, esprimono il parere : non essere Àimerico procuratore del comune di Pirano tenuto a rispondere in giudizio a Pietro Dandolo di S. Luca, nella questione della metà della decima di Petrezago data in feudo al Dandolo dai. conti di Gorizia. V. Minotto, Doc. ad Forumjulii ecc., 63. 326. — 1307, ind. V, Agosto 1. — c. 110 t.° — Privilegio di cittadinanza interna ed esterna rilasciato a Bernardino e Rodolfo del fu Alberiguccio da Rimini e loro eredi. — Con bolla d’ oro. Data nel palazzo ducale di Venezia. 327. — 1307, ind. V, Agosto 5. — c. 111. — Commissione data da Ungaro degli Oddi podestà e dal comune di Padova ad Azzone da Teoio not. ed a Pietro di Zambono inviati a Venezia, in replica di quanto aveva risposto Zambonino de Freganesco all’ esposizione dell’ ambasciatore padovano Corrado de’ Grimaldi. Risarciti i danni ai proprietari dei molini e fulloni di Leonardo Veniero e Marino Giustiniani, Padova non è obbligata a permettere la libera importazione ed esportazione dei grani e panni che i veneziani vi fanno lavorare ; riconoscerà i diritti provati. L’antichissimo dazio di Lendinara fu sempre pagato dai veneziani ; il marchese d’ Este non poteva esentameli, non essendone solo proprietario. Padova osservò quanto fu trattato a Monselice abrogando i nuovi dazi, non cosi Venezia ; dimostri questa il dazio di Lendinara contrario alle trattative, e sarà tosto abolito. Gli uomini di Piove di Sacco pagarono al doge il lino per timore di rappresaglie ; quelli di Corte noi pagano da molti anni perchè il doge non adempì a’ suoi obblighi; lo faccia e sarà soddisfatto. Desista Venezia dal porre ostacolo alla navigazione del Rrenta e del Bacchiglione contro ai trattati ; le sue ragioni non sono accettabili. Fatta nel palazzo del comune di Padova. — Testimoni: Gerardo dal Santo e Pietro dall’ Albero cancellieri del comune. — Atti Giovanni di Pietro da Campo-longo notaio e cancelliere del comune (v. n. 315 e 328). 328. — s. d., (1307, Agosto). — c. 112 t.° — Risposta del doge agli amba-