doge: marino zorzi. zìone per parte dei veneziani ; molestarla ora quest’ ultimi con assedio e fazioni guerresche ; voglia il pontefice ingiungere loro di desistere da ogni ostilità contro quella città, e di restituire quanto occuparono nelle isole della Dalmazia. Iacopo latore della presente dirà di più. Data a TJdijoat (si legge a stento, forse Uiwar). V. Schafàrik, op. cit., I, 613. — Liubió, op. cit., 1, 258. 500. — 1311, ind. X, Ottobre 18. — c. 169. — Annotazione: che il doge coi consiglieri diedero licenza agli ambasciatori di Forli, Romagno Gapuzzi e Pepolo de Uberto, di esportare dalla Puglia, per conto di quel comune, e condurre a Rimini e a Forli, 1200 some di frumento. 501. — 1311, ind. X, Ottobre 20. — c. 171. — Istromento nel quale si dichiara: avere il doge Marino Zorzi, in seguito a componimento fatto colla mediazione di Gentile Cardinal prete di S. Martino nei Monti, legato apostolico, fatto pagare da Andrea Caroso, Nicolò Tiepolo e Pietro Bellegno camerlenghi di comune, lire 10 di den. gr. ven. a Gabriele vescovo di Farra (Lesina) e Brazza, in risarcimento di ogni danno recato in passato dai veneziani a quel vescovado; che verso tale pagamento il vescovo rinunziò a qualsiasi pretesa contro Venezia e suoi sudditi, salvi i diritti del vescovado sull’ orto e le case di S. Maria di Brazza, per averne la restituzione, e salve le relative ed altre ragioni contro il comune di Farra. Fatta in Rialto nell’ uffizio dei camerlenghi predetti. — Presenti questi ultimi, fra’ Ugolino da Montefiore dei minori socio del vescovo, e Raimondo scrivano dei camerlenghi. V. Liubió, op. cit., I, 259. — Farlati, Illyricum sacrum, 249. 502. — 1311, ind. X, Ottobre 21. — c. 169. — Lettera di Iacopo re d’Aragona a Ponzio di Ugo conte d’ Ampurias e visconte di Caprera (Caprerie). Avendo esso conte con sei galee, da lui armate contro i saracini con aiuti pecuniarì del re, catturato una nave veneziana comandata da Belletto Vido (v. n. 453), in seguito ai reclami fatti, fu invitato a Barcellona a giustificarsi ; ma inviato colà il cancelliere G. Seguirli ed uno scrivano con sue lettere, negò alla corte di Barcellona la competenza nell’ affare, e si sforzò di giustificare la cattura. Ora, fatte esaminare le ragioni d’ esso Ponzio e quelle prodotte da Marco Marioni e Norandino Malombra inviati veneti, e trovato di doverlo condannare alla restituzione di 27860 fiorini d’oro, che a 16 soldi danno 22288 lire di Barcellona, lo invita a fame il pagamento (meno 1. 2215, s. 6, d. 6 assegnate al tesoro regio come parte della preda) entro 20 giorni dal ricevimento di questa. Data nella corte regia (a Barcellona ?) (v. n. 528). * 503. — (1311), ind. X, Ottobre 23. — c. 170 t.° — Marino Orio podestà di Pa-renzo scrive al doge: esser naufragata colà, presso S. Felicita, una nave di Marco Greco e Pietro Brazadoro carica di frumento, del quale fu salvata una parte ; pretendere ora i suddetti che la nave debba esser riattata col prodotto di quel grano ; COMMEMORI ALI, TOMO I. 15