DOGE : GIOVANNI SORANZO. essa si obbliga particolarmente. I zaratini dovranno usare 1* insegna di S. Marco. Perdona il fatto della retenzione d’ una galea carica di frumento destinato a Venezia ; ma non soffrirà che si rinnovi. Desidera che Zara resti sempre fedele. V. Liubic, op. cit., I. 278. 613. — 1314, ind. XII, Marzo 28. — c. 20(5 t.° — Privilegio di cittadinanza interna ed esterna rilasciato, per benemerenze, a Maladino bano di Croazia e di Bosnia, a’ suoi figli ed eredi. Sono accordati loro i diritti e le prerogative degli altri cittadini e nobili di Venezia, dopo che il procuratore del bano (v. n. 603) prestò il giuramento in di lui nome. — Con bolla d’ oro. Segue nota che simili privilegi furono concessi al conte Giorgio fratello di Maladino, e al conte Paolo (v. n. 603). V. Liubió, op. cit., I, 377. — Schafàrik, op. cit., I, 13. 614. — s. d, (1314, Marzo?). — c. 224. — Esposizione fatta al doge dagli ambasciatori del comune di Belluno. Quel comune, con proprio discapito e gran pericolo, continuò a favorire il commercio di Venezia anche durante l’interdetto, sebbene emanasse proclami contro i beni dei veneziani per far le viste di obbedire alla Chiesa, onde non rovinarsi. È dolente delle ruberie praticate da qualche malvagio a danno dei mercanti di legname veneziani, e se, come n’ era richiesto, non potè fare giustizia, fu per cagione dell’ interdetto. È falsa la dichiarazione dei detti mercanti d’ essere stati derubati a furor di popolo e col consenso del podestà ; sono falsi gli asseriti impedimenti all’ esportazione dei legnami per la via del Piave. Belluno, benché non vi sia tenuta, farà giustizia contro qualunque suo cittadino sia provato reo di aver danneggiato i veneziani, ed offre salvocondotto ai mercanti di legname. V. Minotto. Doc. ad Belunum ecc., 114. 615. — 1314, ind. XII, Aprile 3. — c. 213. — Tanto cancellier grande, intima, in nome del doge, ad Accursio preposito di Pistoia vicario generale di Iacopo eletto vescovo di Castello, di ricevere, insieme cogli atti del processo, Iacobello prete di S. Barnaba, già detenuto col permesso del vescovo nelle publiche carceri per fabbricazione di monete false. Il vicario lo accetta. Fatto in Venezia, nel palazzo vescovile di Castello, nella stanza da letto del vescovo. — Presenti : Giambuono de Freganesco giurisperito, prete Bartolameo di S. Marina, Baldo del fu Guido notaio. — Atti Andrea da Cavarzere not. imp. e scrivano due. 616. — 1314, ind. XII, Aprile 12. — c. 215. — Lettera di Boberto re di Napoli al nobile Diego de Larath conte di Caserta, gran camerlengo del regno, suo vicario e luogotenente in Ferrara e distretto. Venezia si lagnò con lettere e con ambasciate che il precedente vicario regio in Ferrara, in onta agli ordini regi, non osservasse i trattati esistenti, approvati da papa Clemente V, col lasciar introdurre merci in detta città ; coll’ esigere da tutti indistintamente dazi sulle mercanzie tran-