124	COMMEMORALI, LIBRO I.
dei beni lasciati dal fu Giovanni Vitale, esistenti in mano sua e di Marco Acotanto, pagate a quest’ ultimo 1. 140 di gr.
    553.	— 1313, Gennaio 29. — c. 192 t.° — Gomberto signore d’ Aspromonte vicario imperiale, Iacopo de Albaro abate del popolo, ed il comune di Genova, accreditano qual loro ambasciatore a Venezia il nobile Giovanni de’ Galiucci giurisperito genovese.
    Data a Genova (v. n. 557).
    554.	— 1312, ind. XI, Febbraio 20 (m. v). — c. 196 t.° — Privilegio di cittadinanza interna ed esterna, con godimento dei diritti degli altri nobili e cittadini, rilasciato dietro sua istanza a Dalmasio de Banholis, del contado di Roussillon, suddito del re di Maiorca, capitano generale per la S. Sede in Ferrara, benemerito di Venezia ; il diritto s’ estende a’ suoi Agli ed eredi. — Con bolla d’oro.
     Dato in Venezia nel palazzo ducale (v. n. 555).
    555.	— 1313, ind. XI, Febbraio 22. — c. 194. — Procura di Raimondo fratello di Dalmasio de Banolis, colla quale autorizza Iacopo de Montealbo a prestare in di lui nome il giuramento di cittadinanza veneta.
    Fatta in Ferrara nell’ abitazione del mandante. — Presenti Iacopo Baroni medico di Bologna, Guglielmo Simone (?) famigliare del mandante. — Atti Guglielmo fu Iacopo Taber not. imp. di Ferrara.
     Segue nota che il giuramento fu prestato nelle mani del doge (v. n. 554 e 561).
    556.	— 1313, ind. XI, Febbraio 28. — c. 194 t.° — Pietro Gironi di Maiorca comparso davanti al doge, gli presenta in proprio nome ed in quello di Pe-rianza Periz e d’ altri di Maiorca i documenti riferiti negli allegati A. B. C. Il principe, ricevutili, dichiara che consulterebbe col suo consiglio e farebbe far la giustizia dovuta.
    Fatto in Venezia nel palazzo ducale nella stanza (camino) del doge. — Presenti Girolamo de Freganesco giurisperito, Ambrogio Morone, e Nicolò Pistorino ambi notai e scriv. ducali.
    Allegato A. — 1312, Aprile 18. — Iacopo II re d’Aragona scrive al doge Marino Zorzi : essergli stata esposta querela da Pietro Gironi, in proprio nome e per conto di Perianza Periz e degli esecutori testamentari di Guglielmo Belloni, tutti di Maiorca, come la flotta veneta comandata da Ruggero Morosini abbia bruciato nel porto di Costantinopoli la nave S. Antonio, di proprietà dei tre suddetti, portante bandiera d’ Aragona (allora il re governava Maiorca), sicché n’ ebbero un danno di 8000 perperi, di cui non poterono mai ottenere da Venezia risarcimento. Aggiunge che il re di Maiorca, suo vassallo, lo pregò di proteggere i danneggiati. Insta che Venezia li compensi di perdite e spese ascendenti a 1. 6800 di Barcellona, e promette reciprocità.
    Dato a Valenza, (XIV hai. Maii), firmato Sacrista.
    Allegato B. — 1312, Gennaio 15. — Sancio re di Maiorca, rispondendo a let-