7à L’onnipotente I*i(*» di quelle membra È ¡1 signor solo: alla sua dolce cura, Finché visser, del par furon soggette; Ed E’ segnolle d'immortai sigillo. De’suoi diletti sui preziosi avanzi Il suo cenno spiegò; comanda al mare E alla terra del par, che a lui serbati Tutti gli rendan nell’ estremo giorno. A Lui dinanzi nulla è più prezioso. AIlor di fiamma vastatrice i mondi Arderai! colle gemme, ed i serbati Metal nel loro sen. La terra, il sole, (Mi astri, or lucenti in le celesti vòlte, In tenebre cadran. - Nell atro orrore Di total distruzion saran sommersi. Solo de’ giusti le pie membra in mezzo Alla fiamma vorace illese, intatte, A vita sorgeranno, onde la soglia Alla santa città lor si spalanchi, Per far eterna e fortunata corte Al Re de Regi. Or con qual dolce affetto La madre chiesa gli accogliea viventi? Non era ad essa di trionfo un giorno Quel, che guidava i lor divoti passi ? Nell’ acqua salutar prima 1’ antica Commi macchia purgò: de’suoi ministri L opra gli rese al ciel sagrati, il colmo Di sue benedizion versò su quelli: De’ mistici timiami il sacro odore Gl investì: dell’agnel puro alla cena Fur beati convivi; ed or si chiede