— 204 — e la invidiavano tutte le donne del paese. Con la primavera verso S. Giorgio s’avvicinò il gregge del signore alla Moldova. E un giorno, al crepuscolo dei monti, dall’altra riva, ecco che cominciò a risuonare per la vallata il vecchio canto del corno... Ed insieme ad esso giungevano gli olezzi dei giardini fioriti, fino alla casa dell’amministratore. Irina uscì di casa, uscì dal cortile e scese verso il boschetto: le ardevano soltanto gli occhi. Cessò il corno, e Axentel scese dalla cima verso le acque, tra la pioggerella del crepuscolo, inseguito dai suoi due cani. Lassù, quante cose si saranno dette e come avrà pianto la moglie dell’amministratore ! Ma poi calmò il suo pianto e i tempi dell’estate passata ritornarono per essa: o il giovane entrava di nascosto nel paese, o Irina scendeva nel boschetto della Moldova... «Ed ecco che di tutto ciò giunse notizia anche al marito. Da principio egli sgridò la moglie infuriandosi : «Ho sentito, moglie mia, che non mi sei fedele... Me l'hanno detto gli uni e gli altri »... Essa non aveva mai sorriso al marito. Lo guardò cupa, non gli rispose. «Femmina, disse egli, rispondimi: è vero o no?»... Essa non gli rispose nemmeno la seconda volta. Egli ruggì di rabbia e tacque. « Una sera c’era la luna sul boschetto, gli amanti sedevano sull’erba sotto un citiso... Ora non c’è più quel citiso. Intanto che stavano così, ecco che si odono dei passi di uomini, lì vicino, passi affrettati ed una voce rabbiosa. « Questo è Alvanit », disse piano Irina. Si alzarono dal loro posto. Axentel prese la donna nelle braccia, entrò nell’acqua e cercò di attraversarla seguito dai due