— 117 — incontro al marito, vi confesso che mi sentii gelare. B ini fece un male indicibile quando sentii l’ingenuità sanguinante e quando la purezza delle mie illusioni mi sembrò una semplice assurdità. « Non vi è un sentimento nobile che non si senta scuotere quando il suo nemico lo sorprende dormente e lo colpisce rapidamente. « Tutta la notte ho seguito un solo pensiero : Se ha tentato di amarmi, certamente domani mi odierà. Sono stato talmente imbecille e timido con lei, l’ho vista così vigliaccamente ipocrita tra me ó suo marito, che essa vedrà in me un fratello insopportabile che sorprende i peccati della sorella maggiore. « Per una settimana non mi parlò. Essa taceva, io tacevo. TJn altro sbaglio che, lo vedevo bene, le dispiaceva. Non parlandomi ella sentiva di accusarsi di una colpa che forse non era stata altro che un capriccio leggiero e pas-seggiero, un affluire più rapido del sangue al cervello, uno smarrimento dell’immaginazione, un’illusione che getta per un istante i diritti del marito sopra un giovane sconosciuto... Dopo una settimana, in un giorno di festa essa venne verso di me. Eravamo soli. Sorrisi, ma triste e cattivo. E come se avessimo lasciato il giorno prima la discussione, mi disse : «Vuol dire che voi sostenete che ciò che ammira un mondo intero, sono fanciullaggini in rima, che il mondo si sbaglia e soltanto voi avete ragione. « Non so perchè, come se non mi fosse successo nulla, fui incatenato dalla conversazione, e, dagli a sfogliare, a staccare i versi e ad afferrare le figure che mi sembravano più comuni e più inadatte; ero convinto che