— 32 — macineranno che io parli loro all’orecchio.... vediamo intanto se Cezara rimase colla mano sugli occhi! I suoi seni si gonfiarono tanto pel batticuore, che un bottone saltò via dal suo bustino un po’ stretto di velluto nero.... perchè l’aveva abbottonato ? Ma chi sapeva che il suo cuore avrebbe avuto tali turbamenti ? Essa si slacciò il bustino, i suoi seni bianchi come la neve si liberarono dalla loro prigione di velluto ; ella respirò profondamente, ma piano piano. Poi si mise presto la mano sugli occhi, finché il suo respiro non si calmò... poi alzò un ditino... il mignolo, e guardò attraverso le dita.... Vide una testa bella su spalle larghe e bianche, su di un busto che pareva lavorato nel marmo.... Ora le sembrava che le scoppiasse la cintura... la slacciò e respirando sempre con più calma cominciò a guardare tutto il bellissimo modello, dai muscoli e dalle forme del quale spirava la fierezza e la nobiltà..... Le mani della ragazza caddero giù perchè essa era stanca di emozioni, ma non sazia di guardare. Con tutto ciò tremava come una foglia e si sarebbe potuto sentire come battevano i denti, se ella non avesse tenuta la bocca serrata strettamente. Il pennello del pittore volava sullo spazio vuoto lasciato sulla tela e sotto la sua mano nascevano e si completavano le forme di Ieronimo. Sulle spalle il pittore schizzò due ali nere lunghe e lucenti. La seduta fu lunga. Durante questo tempo Ieronimo stette sul suo palchetto dritto, immobile, fiero come un Apollo antico nella semi oscurità viola della camera, creata espressamente dal pittore per trovar il tono essenziale della figura.