— 116 — vede e sente, non capisce; quando vede e capisce, non sente. E quando vede, sente e capisce, allora è certo che si tratta di ciò che all’ uomo comune non verrebbe in nente. Tanti diminutivi, tante figure ricercate e morte, tanta impenetrabilità nel cuore umano, tanta moderazione nel verso, tanta dolcezza nel sentire, tanta delicatezza di parole _ tutto ciò ci fa vedere l’uomo dal temperamento molle e felice. Potrei dire che soltanto quando descrive ciò che vede e nota ciò che vibra nella voce del popolo — soltanto allora fa bene, diventa anzi un artista perfetto. L’amore, come tutte le altre passioni che non si possono vedere, per lui sono rimasti tesori nascosti che non ha mai potuto trovare. Chi ama ha il calore logico e retorico del proprio temperamento, non si confonde in immagini e in parole che attraversano la mente di qualunque buon scolaro o proprietario intelligente. «Ella mi prese per il braccio ed io trasalii : avevo caldo. Provavo disgusto. Non capivo bene.1 Avevo paura. Tutto l’ardore delle parole svanì ! Ammutolii senza capire bene il perchè. E nemmeno adesso mi rammento se, passeggiando insieme con lei pe* la camera, abbia detto una sola parola. « Per la prima volta la sua amicizia mi umiliava. Se fosse stata una donna qualunque ! Se non mi avesse pagato nè dato da mangiare mi sarebbe piaciuto il calore del suo braccio rotondo appoggiato sul mio; l’avrei amata. Se non avessi creduto alla sua onestà. «Mi meravigliò, mi stordì. Rivoltò tutte le mie credenze. E sopratutto, quando essa al suono del campanello trasalì vicino ai mio braccio e corse allegra e carezzevole