— 52 — 'oro di cera. Che il ruscello, scorrendo sempre fresco mi dissolva e mi unisca coll’intera natura; mi salvi però dalla putrefazione. Così il mio corpo starà anni interi sotto il torrente che scorre, come un vecchio re di fiabe, addormentato da secoli in un’isola incantata ». Ieronimo guardò le mura scolpite colle scene d’amore, vide vecchi libri e molti scritti nello scaffale appoggiato al muro.. Annusando l’acqua della brocca, vedendola fangosa ed evaporizzata pensò che il vecchio doveva esser morto. Cosicché egli, erede naturale di quel luogo di pace, di quel giardino rinchiuso come ima stanza, riguardò i libri, che erano tutti ben scelti e gli promettevano molta gioia; poi gli scritti del vecchio nei quali ogni pensiero di quella testa profonda e felice aveva una risonanza così forte che ogni periodo svegliava un mondo di pensieri e di analogie nel capo del giovane. In verità egli si familiarizzò presto col suo piccolo regno; si sentiva come a casa, aveva cura delle aiuole, del giardino e delle arnie, andava come un capretto selvaggio tra i cespugli e le erbe dell’isola. Spesso nelle notti calde si coricava nudo sulla riva del lago, ricoperto soltanto d’una tela di lino ed allora l’intera natura, il mormorio delle sorgenti bianche, il rumore del mare, la grandezza della notte lo sprofondavano in un sonno forte e felice, durante il quale viveva come una pianta, senza dolori., senza sogni, senza desideri.