— 86 — dere come nel sogno l’immagine dell’amato. E gli occhi suoi, due sorgenti disseccate, cessarono di versare lagrime. Chi la avesse vista coi suoi lunghi capelli biondi e sciolti e sparsi come le crespe d’un mantello d’oro sul suo seno freddo, chi avesse visto la sua faccia che esprimeva un dolore, scolpito col cesello nei suoi lineamenti, avrebbe pensato che era la fata delle onde stesa sulla tomba di rena. Ma appena sentì il rumore del suo arrivo, la sua faccia si rischiarò, prese una manata di lagrime dal bacino e spruzzò il giardino. Come per incantesimo le foglie gialle dei viali e delle aiuole s’inverdirono come lo smeraldo. I fiori tristi e torbidi s’imbiancarono come le perle più splendenti, dal battesimo delle lagrime presero il nome di « lacrimiore ». * L ’ imperatrice cieca e bianca andava lentamente tra le aiuole : essa raccolse nel grembo moltissime « lacrimiore » che sparse vicino al bacino d’oro facendone un giaciglio. Allora entrò Fat Frumos. Ella si buttò al suo collo ma muta dalla gioia non potè che voltare verso di lui i suoi occhi spenti e ciechi coi quali avrebbe voluto assorbirlo nel suo cuore. Poi lo prese per la mano e gli fece vedere il bagno di lagrime. La luna limpida fioriva come una faccia d’oro sul sereno profondo del cielo. Nella pace notturna, Fat Frumos si lavò la faccia nel bagno di lagrime, poi, avvolgendosi nel mantello tessuto coi ràggi lunari, si coricò per dormire sul letto di fiori. L’imperatrice si stese vicino a lui e sogno che la ma- * I mughetti, in romeno.