— 69 — disse la madre dei boschi stanca. Si fermarono e ripresero fiato. La vecchia bevette l’acqua, Fat Frumos bevette la forza e una specie di fuoco inestinguibile percorse con brividi freddi tutti i suoi muscoli e tutte le sue vene indebolite. Colla forza raddoppiata, colle braccia di ferro afferrò la vecchia per la vita e l’affondò nella terra finn al collo. Poi le dette un colpo in testa con la clava e le spaccò le cervella. Il cielo s’incanutì di nuvole, il vento cominciò a gemere freddo e a sbattere la casetta in tutte le giunture delle sue piccole travi. Dei serpenti rossi stracciavano fulminando il nero delle nuvole, le acque sembravano abbaiassero, soltanto il tuono cantava profondamente come un profeta di perdizione. Attraverso queste tenebre cupe e impenetrabili, Fat Frumos vedeva biancheggiare un’ombra d’argento coi capelli d’oro sciolti, vagante pallida e colle braccia alzate. Egli s’avvicinò a lei e la strinse tra le braccia. Ella cadde come morta dal terrore sul suo petto e le sue mani gelide si nascosero nel suo seno. Per svegliarla egli le baciò gli occhi. Le nuvole si spalancavano nel cielo, la luna rossa come il fuoco appariva tra gli spiragli sparsi e sul proprio seno Fat Frumos vedeva fiorire due stelle celesti limpide e piene di stupore, gli occhi della sua fidanzata. Egli la prese tra le braccia e si dette a fuggire con lei in mezzo al frastuono. La giovane gli appoggiò il capo sul seno e sembrò addormentarsi. Arrivato al giardino dell ’imperatore, egli la depose nella barca e la portò come in una culla sul lago, strappò l’erba, il fieno odoroso, i fiori del giardino,le fece un letto e ve la posò come in un nido. Il sole che spuntava dall’ o-riente li guardava con amore. Gli abiti della giovane,