— 50 — boschi, un vecchio convento e sulla terrazza tra le colonne di pietra grigia, passeggiavano d’un passo regolare le monache. Un giardino attiguo alle mura del convento si stendeva fino al mare, che sollevava le sue acque fino ad un boschetto di cipressi e di rose nascoste nel cavo d’una roccia come un rifugio per i bagni. Egli si scalzò e saltando da una pietra all’altra si mise ad esplorare il suo imperio roccioso. Trovò una sorgente d’acqua viva e dolce che usciva rumorosamente da una grotta. Vi entrò... una freschezza benefica l’avvolse dopo che il sole l’aveva arso durante il sonno... andò avanti... la grotta si allungava sempre più e diventava sempre più oscura. Ad un tratto vide come un barlume di luce che gli dette l’illusione di un lampo. Vedendo in seguito che non spariva s’avvicinò è scoperse un buco tanto largo da far passar la mano, il quale corrispondeva con qualche cosa... da questa apertura scorse dei grandi cespugli, mentre veniva fino a lui un profumo inebbriante di erbe. Cercò d’ingrandire colle mani l’apertura, ma essa era nel granito difficile a spostare ; gli parve però che una pietra si movesse. La spinse, la pietra girò come su dei gangheri e lasciò libero un piccolo passaggio per il quale si poteva entrare trascinandosi carponi. Egli entrò in fretta, rimise la pietra al suo posto, ricoprì colla terra e colle pietre perfino la fessura che lasciava passare la luce e quando volse lo sguardo per vedere dov’era entrato, impietrì per la bellezza della vista. Delle roccie gigantesche cineree erano situate in cerchio una sopra l’altra fino al cielo ed in mezzo a loro si formava una vallata profonda, un vero giardino con Sor-