Lo sa, lo sa bene lei ciò che è nel mondo, perchè viene di là. Ma ha nn tale disgusto e una tale noia da quando è rimasta sola, si sente talmente affranta pensando sempre alle stesse cose brutte, sonnecchiando continuamente nella medesima solitudine e monotonia faticosa della vita del convento, che in verità se venisse ora un uomo del mondo a dirle : « Andiamo », ella non resterebbe un istante a riflettere, appenderebbe il suo tocco da monaca per lasciarlo là finché avesse voglia di riprenderlo e colle stesse scarpe rotte, colla stessa sottana a brandelli con le quali è venuta come mendicante nove anni fa alle porte del convento, ripartirebbe contenta, senza voltarsi nemmeno indietro. No, non è la brama d’un’altra vita che ignora, nemmeno la tentazione dei piaceri rumorosi del mondo che ha conosciuto sufficientemente, ma la paura di pensare in solitudine, la paura, che esaurisce, dei giorni senza fede e delle notti senza riposo, l’orrore e lo schifo di se stessa: ecco ciò che la fa fuggire da questa casa bella e tranquilla nella quale ha vissuto i giorni più felici della vita, gli unici felici della sua vita così penosamente ci- 11