— 42 — comune, conseguente e forte. Essendosi messo una volta in mente di sposare Cezara, tutti i mezzi erano buoni per lui; però non ne possedeva molti, perchè non aveva abbastanza spirito. Ma per quanto lo serviva la sua intelligenza, egli cercava di scoprire, se l’astuta bimba non avesse in qualche modo un amore. Sebbene leronimo stesso non sapesse che specie di sentimento nutrisse, nel suo animo, per Cezara, gli piaceva di ascoltarla, così come un bimbo ascolta la sua sorella maggiore, ed essa parlando schiettamente abusava in un modo imperdonabile di questo potere esercitato su di lui. Egli Sentiva in presenza di lei una specie di tenerezza né! cuore, una specie di tremito incomprensibile, il cui ricordo lo inseguiva per giorni interi. Non si poteva dire che fosse amore, perchè malgrado che gli piacesse la società di lei, gli piaceva ancora di più esserne lontano e pensarla. In questi ricordi nei quali egli si compiaceva coll’immagine di Cezara, la presenza reale di lei gli era spiacevole. Gli sembrava d’avere una spina nel cuore quando essa era di fronte a lui; non aveva più quella libertà di sognare, la quale era l’essenza della sua vita e l’unica felicità d’un carattere felice senza amore e senza odio. Se mi volesse dare la pace — le cose si accomoderebbero così : la terrei per la manina e si guarderebbe insieme la luna, la luna vergine; allora guarderei anche lei, come una statua di marmo o come un quadro dipinto con lo sfondo luminoso in un libro d’immagini... I suoi cappelli sembrano una schiuma d’oro tanto sono morbidi... Ed il suo viso sembra dorato in un modo curioso. Ma non mi dà affatto pace... continuamente mi strangola... mi