— 35 — il cuore tuo? Potrò saperlo?.. Vieni a dinrii corri’è... cosa succede in quella cameretta dove io vorrei abitare... io sola. E sai come mi chiamano? Cezara » Ieronimo a Cezara « CÌie sei bella lo credo, del tuo amore ti ringrazio; tutto ciò che mi offri, credendo di potermi rendere felice, fa si che sarei capace di sacrificare la mia vita per te. Ti bacio la mano per il tuo desiderio di farmi felice, ma ti sbagli quando credi che il tuo amore di donna lo potrebbe. L’amore è una disgrazia, e la felicità che mi offri — il veleno. Che tu lo ignori è una circostanza che ti rende adorabile. Se tu avessi per un momento i miei occhi, come ti sembrerebbe diverso questo mondo in eui tu speri e cerchi di trovare ciò che vi manca — la felicità. Tu dici che io debbo amarti. Se potessi amarti come una stella del cielo... si! Ma se sospiro, se desidero... ma non sento da tutte le parti gli stessi sospiri comuni, gli stessi desideri... comuni? Perchè e qual’è il loro scopo? Il piacere animale, la riproduzione di nuovi vermi cogli stessi desideri lascivi nel petto, che essi rivestono alla luce della luna e nello splendore dei laghi, gli stessi baci immondi che si paragonano al sussurro dello zef-firo e al delirare delle foglie del faggio. E o non è? Guarda quei giovani dal sorriso banale, dai sentimenti effeminati, dai mormorii equivoci — guarda quelle donne che rispondono loro coni degli sguardi voluttuosi muovendo le labbra, guarda! Intorno a quest’istinto