— 37 — del cielo fredda e luminosa, ed allora i miei occhi ti guarderanno in eterno. I». Ieronimo lasciò il convento seguendo il consiglio di Euthanasius e andò a vivere solo in città, in- una celletta che adornò di fiori e di schizzi suoi. In questo eremo riceveva spesso Francesco. Un bel giorno gli fece vedere la lettera di Cezara. —- Ebbene, hai l’intenzione di dire di no? — Ecco ciò che dico, rispose, mostrandogli la sua lettera. — Fa ciò che vuoi, ma oggi vieni nel mio studio perchè il quadro è pronto. Uscirono ed andarono in casa di Cezara. — La signorina Cezara — presentò Francesco quando entrarono. — Cezara? — mormorò Ieronimo meravigliato e guardò lungamente e con serietà la faccia confusa e rossa della povera ragazza. Egli si sedette in un angolo del divano e sembrava di cattivo umore... Francesco uscì, e Cezara... si slanciò ai piedi del giovane colle mani congiunte tremando e pronta a piangere. — Oh, — disse ella piano, come se temesse ciò che avrebbe detto e prendendogli la mano la portò alle sue labbra — puoi sopportare il mio amore ? soltanto sopportarlo... perchè non pretendo che mi ami, ma che ti lasci amare come un bimbo... Ho sentito che odii la donna, che sei un solitario, e mi sono disperata amandoti...