— 240 — mincio ad invecchiarmi. Se mi donasse Iddio almeno tre figli, per lasciare ad ognuno un negozio»... Ed il povero serbo guardava con amore misto di padre e di marito la Borivoie, la cui bellezza, eccitata da un bicchiere di vino, era affascinante. Borivoie cercava di scoprire nell’anima sua quali voci di boschetti, quali giardini soffiavano in quel giorno il lor0 alito felice sul suo sentimento. E perchè quel prete così bello quand’era vicino all’altare le aveva fatto salire tutt’il sangue al volto e le aveva lasciata nel corpo una fiacchezza dolce che non aveva mai sentita ? Traico aveva ragione ! corni ’era cara la vita e quan-t’è bella Cladova, quando stai sulla riva romena e la contempli guardando verso Mezzogiorno! Il padre Tonea ascoltava apparentemente Padron Traico; invece nell’anima sua cominciavano a crescere la preoccupazione ed il biasimo di sè stesso. Nonostante che questo vino serbo sia straordinario, nonostante che grazie a Dio, la moglie mia ed i figli miei stiano bene e la casa sia tranquilla, pure credevo d’aver legato da molto al muro i corsieri della mia immaginazione giovanile. Ho vergogna di me stesso stando tra la moglie ed i figli miei ed accanto ad un amico troppo onesto,, è la prima volta da quando mi sento uomo e prete che calpesto il decimo comandamento! — « Così, caro padre, senza' moglie e senza figli la vita non aveva più per me nessun sapore. Vivevo solo lassù, nella mia casa, della vigna come un barbagianni nel deserto. Cosa fare coi negozi, cosa fare colla vigna, a chi lasciare le case di Cladova 1 Conoscevo Borivoie da tre anni perchè è nipote d’un buono amico e d’un uomo agiatissimo di