— 48 — caduta d’un corpo sul selciato ; una delle due ombre sparì dentro ima casa vicina... l’altra rimase muta. Ieronimo si stese sul suo letto, dopo aver scostata la tenda della finestra, per vedere la luna che tramontava nel fiume facendo della sua superficie una strada molle e luminosa, quando sentì picchiare piano alla porta. Egli si alzò ed aprì. Era il pittore. — Giovane, — disse — devi fuggire al più presto dalla città. — Perchè? — Hai ucciso Castelmare. — Lo so. — Lo sai. Ma ciò che forse non sai, è che egli è nipote ed erede del Podestà di questa città, che i duelli sono proibiti e che puoi finire sulla forca. — E poi 1 — E poi ? Dove hai imparato questo linguaggio ? figlio mio, mi rincresce per la tua testa tanto bella. A parte ciò, ancora un’altra considerazione... Eccola. E gli dette un pezzettino di carta scarabocchiato con righe storte. Egli lo spiegò. Cezara a Ieronimo « Fuggi, ti prego. Non hai ucciso Castelmare. Soffocato dal sangue, disse ai suoi uomini di portarlo a casa nostra.