— 56 — era lucida e, tremando, gettava ogni tanto le sue onde abbaglianti verso la riva addormentata. In mezzo a questa fantastica festa notturna che scendeva su quel paradiso, circondato dal mare, passava Cezara come una visione di neve coi suoi lunghi capelli d’oro che le arrivavano alle calcagna... Camminava adagio... Tutti i sogni, tutto l’incanto d’una notte fragrante d’estate, avvolse la sua anima vergine... avrebbe pianto. Pensava al suo amato e le pareva d’essere Èva nel paradiso, sola col suo dolore. Giunse al lago e vide il sentiero di sabbia sotto l’acqua. Cominciò a traversarla mentre l’acqua fuggiva girando intorno alle sue calcagna... Ella guardava quel boschetto incantevole... un desiderio di felicità le riempì il petto-era assetata d’amore come il bimbo tenero, le sue labbra erano arse dal desiderio d’un bacio, il suo pensiero era ardente come un’aiuola di fiori semi appassiti dal caldo. Quando arrivò nel boschetto l’ombra — o le zampe ? — degli alberi alti gettò un riflesso azzurro sulla sua pelle: sembrava una statua di marmo nella luce viola... ad un tratto vide tra gli alberi una faccia d’uomo... credette che fosse una visione proiettata sulla rete del fogliame-ma quell’immagine assumeva i contorni sempre più chiari... era lui. « Ah, — pensò sorridendo — pazza che sono... dapertutto lui, nella bellezza delle notti, nel silenzio dei boschi!...» Ieronimo s’avvicinò... anche egli credeva ad una visione. La guardò a lungo, si guardarono a lungo. Quando egli la prese per la mano... ella gridò. « Cezara ! esclamò egli, abbracciandola——Cezara ! sei una visione, un sogno, un’ombra della notte disegnata sulla neve dalla