— 55 — cresciuti nella sete d’amore, finché rimase nuda e bella come una statua antica, avendo però su questa il vantaggio della sua pelle calda, dolce, liscia, che lasciava le tracce ad ogni tocco. Si slanciò a nuoto nel mare, prefiggendosi come metà certe roceie che si scorgevano ad un quarto d’ora di distanza. Le onde tranquille la portavano, e presto vi giunse. Camminò adagio lungo di esse, appoggiandosi colle mani alle pareti di pietra, arrivò ad una grotta dalla quale scaturiva a sbalzi una sorgente limpida, entrò seguendo il ruscello e ad un tratto un panorama paradisiaco s’offerse ai suoi occhi... « Dio, che incanto — pensò — voglio trattenermi un po’ qua —. Continuò la strada sull’erba calda e fragrante che le solleticava il corpo, poi si slanciò nel lago limpido come una lagrima, le acque del quale le davano sonno, quindi scappò per il giardino di aranci, inseguita dalle api e dalle farfalle... Era pazza, come un bimbo sperduto in un giardino fatato. Vedendo che il sole tramontava, ritornò sui suoi passi, ma qual fu il suo spavento quando non trovò più nessuna uscita. Cosa fare? Coll’idea d’aver perduta la strada, girava gli occhi tutt’intorno... nessuna traccia di uscita... « Ah — pensò — cosa succede se passo una notte in questo paradiso incantevole? Chi mi vede e chi mi conosce?...». Sopraggiunse la notte. Delle grandi stelle luminose tremolavano nel cielo, e l’argento della luna passava, squarciando le onde trasparenti delle nubi che s’increspavano sul suo cammino. La notte era calda, ebbra del profumo dei fasci di fiori, i monti brillavano sotto un velo di nebbia; l’acqua tranquilla del lago, circondato dal bosco,