— 104 - gambe. Giuocai ai birilli a Casan, salii sull’altipiano di Bughi, fino a Matzan. Tutto ciò che avevo ammirato due giorni prima — non aveva più nessun significato. La natura mi pareva un’inezia ed aspettavo con impazienza che la notte assorbisse gli incantesimi delle vedute, tutto assorto in queste domande: — Chi sarà quest ’uomo ? Da dove viene 1 Che vita fa 1 Di giorno tranquillo e di notte in preda a tanti tormenti... Cbe uomo è questo disgraziato ? Verso mezzanotte, vedendo che aveva acceso la candela, entrai piano nel cortile. La luna mi era un tormento perchè rischiarava dalla cima del cielo e si sarebbe detto che fosse giorno. In punta di piedi mi avvicinai alla finestra della sua camera. Salii sulla panchina che girava intorno alla casa e respirando appena per l’emozione accomodai gli occhi in quei due cerchietti tagliati nella tenda della finestra. Vedevo bene nella sua camera. Per un momento chiusi gli occhi. Era un delitto la mia condotta ! Spiavo un uomo così buono e tranquillo ! Dissuggellavo una lettera piena di segreti che non mi era indirizzata. Entravo da ladro in una coscienza chiusa ed infelice. Ma quando aprii gli occhi, tutte le preoccupazioni ed i pensieri umani, puri ed alti svanirono. Una forza superiore alla mia volontà ed alla onestà, m’inchiodò alla finestra. Egli si tolse la giacca ed il panciotto. Aprì sopra una grande tavola di abete due grossi volumi dalle figure nere e dalle immagini colorate. Non