- 141 — aprirono grandi ed azzurri, umidi e belli come gli occhi belli dopo una lunga malattia. « Oh, purché non li avesse richiusi per morire ! Nei suoi occhi si era concentrata tutta la vita! « Questi pensieri mi attraversarono il cervello in un baleno, mi sentii gelare. La sua mano fredda mi prese per la vita, mi attirò a sé, mi avvicinai alla sua bocca, mi baciò e mi sussurrò: — Invano! Invano!... Ah, quanto vorrei vivere! «Mi baciò ancora una volta con tanta forza come se volesse entrare nelle mie labbra, sospirò, e quando richiuse gli occhi, se il sole si fosse spento, il mio cervel- lo non si sarebbe annegato in un diluvio di notte più nera e più terribile ! Caddi ginocchioni. Non ho più sen tito che l’ultima contrazione del suo corpo e la rigidezza delle sue braccia che allacciavano il mio collo. «Il peso del mio corpo indebolito mi staccò da quel caro cadavere e rotolai sul pavimento privo di conoscenza. « Per una settimana intera mi parve di passeggiare, parlare, litigare cogli uomini che si gettarono sul letto, e che il vecchio dottore mi ricordasse non so che scienza... Dove passeggiavo, cosa dicevo, chi mi avesse messo a letto... Non so nulla... Non me lo ricordo... « Dopo una settimana mi destai febbricitante. Sulla sedia, accanto al letto, stava il dottore leggendo un giornale. « — Dov’è, dottore, dov’è? — solo questo potei gridare. « — Non parlate così forte, — mi disse prendendomi per