Una romena, redenta dalla Grande guerra, dopo l’indicibile gioia della liberazione e della fusione eoi proprio popolo, ha sentito, istintivo e imperioso, il bisogno di mettere in contatto sè stessa e l’animo della patria ritrovata colla gran madre Italia. Così oggi essa, con animo trepido, presenta al pubblico italiano la traduzione di alcune novelle della giovane letteratura romena. L’italiano che ha più ricca esperienza artistica ed una tradizione letteraria millenaria troverà certo da ridire su qualche pagina, su qualche situazione ma, in, generale, proverà un senso di freschezza riposante nel conoscere queste prime notevoli manifestazioni d’un popolo che si ridesta a nuova vita. Un’altra impressione avrà, ne son sicura, il pubblico italiano sfogliando queste novelle scritte tutte prima della guerra: l’impressione che l’anima romena, soffocata dalla pericolosa e varia influenza dei vicini popoli d’Oriente, si volga verso la terra dei propri padri, verso Occidente. Se c’è, di fatti, qualche novella in cui tutta la tristezza passiva, propria della razza slava, trionfa quasi contro la volontà dell’autore, altrove si sente,