175 MDXX, SETTEMBRE. 176 desti fin dove scalzavo, direste non esser l’Ojo ma el mare Adriano a venir per la valle con dislruzion de strade. Non è sta nessuno in fina bora che sia posuto venir de zoso, ni si certi labri quali era avezzi et sono venuti per le montagne, che a venir a Breno liano fato più de sessanta meja. Mai guerra, carestia, nè peste al tempo di viventi spaventò cosi li homeni de essa valle de questo anfratto, questo excidio et exterminio, che penso non abia danifìcato de inanello la valle nostra de cento milia ducati. Hora a questo non se po far altro se non star ben con Dio, e lenirse a lui che può ancora dar de pezo. De altro non se parla; ma ogni zorno se sente cresuti li oinei, et esser più de quello che se pensava, avendo, ve dico, dito fiume de Ojo fato gran male a le parte del piano de Breno, dove per mezo andava una granda parie, et per el piano de Erbano fina a Corna, che non penso bisogna piliar falze per segar feno, nè inelio, nè cosa nesuna. Bisogna che questa povera vai desgraciata debia dar via li bestiami, perchè non farà feno per lor bestiami ni per sustentar le persone. Hor pensate come slà lo paese, dove ancora è siala la tempesta per la mazor parte de la valle. Et per questo non posaino pensar altramente che el sia una mala setta in questa valle diabolica. Et lo plebato de Edolo, in aricordo de homo, non ave mai pezor racollo, et sono etiam in spesa per custodirsi da quelli di Bormio de Voltolina infetali de peste, dove infina a hora ne sono morii più de mile de peste. Io non so pensar che modo se possa pagar le daye. Hogi inorile Ambrosio de Bergomi, et è morto suo cognato Jeronimo di Federici, fratelo di missier Tadio, in la rovina et deslruzion de la caxa sua et mobile in Ojo, et ge morite li filioli, et resta la dona et una fiola maridata a Edolo, quali sono ancora loro conquassati, et se dubita da lor che Tadeo saltò in la sua tor con la sua famiglia, et fo salvo, ma la casa sua se è rovinata. Et mi Maximo eanzeler, de essa valle, soloscrilo. El da poi uno frale il quale è venulo in quesla terra, di frati di San Piero, ha dito che certi homeni andando a desolerar quelli morti di fame, i se incontrò in una femina, la quale era stria, et la li ge dise queste parole : « 0 voleli andar ? Volemo andar ajutar a disoterar quelli de fame. » Et dita femina rispose et disse : « fina che non lassano star le strie et strioni non sarà mai di altro ». E questi homeni, zonii a Edolo dove era l’Inquisitor, ge narete (1) La carta 117 è bianca. el caso, el el dito Inquisitor mandete a tor quella femena et la interogò, et comenzò a negar aver ditlo lai cosa, et Io Inquisitor mandete a chiamar quelli homeni, et venuti a faza con lei, lei manifestò che l’havea dito, et disse che lor strioni el strie s’erano accordati assa’ de lor a far questo; ne manifestò assai, li quali non se dize perchè lo Inquisitor li lene secreti. Et lo dito frate li ha dito in presentia di vigilili homini di quesla terra, li quali sono boni, et di fede gè ancora in questa tera. A dì 11. La malina fo letere di Franza, di 118 sier Zuan Badoer dotor, el cavalier, orator nostro, da Poesì, a dì 29 et 30 Avosto. Scrive in quelle di 29, come l’orator dii re Catholico et Cesarea Maestà, domino Philiberto, cri ritornò da Paris alla celebration del batesmo, dove li sono inlrave-nuli tulli li oratori che al presente si atrovano qui, oltra li principi, signori etgenlilhomeni. Qual fu fato con li apparali consueti ne li allri precedenti splendidi et magnificentissimi, cum ornamenti, cussi ne la chiesia come nel palazo, di razi, panni de seda, d’oro et argento richissirni et superbi, e fu fato a circlia hora 4 in 5 di notte, con grandissimo numero di torze. Scrive, lui Orator portò la figliola, qual è mollo bella, dal palazo fino a la chiesia per uno ponte fabbricalo a tale effecto, coperto e ornato con lesioni antiqui, le arme regie et molte insegne di l’evangelista san Marco; et fatto il baplesmo, lui Orator la ritornò ne l’instesso loco dove la tolse; nel qual li furono due sole coniare, le illustrissime duchessa di Lanson sorella dii re Christianissimo et la primogenita dii qu. serenissimo re di Navara. Lui solo fu il compare, come è consueto in una figlia; pur a li maschi è solito haver doi compari e una sola donna. A la figlia fu posto nome Madalena per de-volion di la Serenissima Regina, come fece intender questo a lui Orator nostro per monsignor di Sati-glion etc. Fo letere di Franza etiam drinate a li Cai, di summa importanlia. Da poi disnar, fo Colegio di Savii adeonsulen- 118' dum. Gionse ozi unogripo di muschatelli di Candia di raxon di sier Francesco Foscari, qual sempre è di primi, con bote numero .. . che fo vendute a furia, ducati .... l’anfora. Et di Candia, fo letere di rectori, e provedador zeneral Justinian, di 17 Avosto. Zercha quelle occorenze et fabriche hanno principiato a far eie.