413 MDXX, NOVEMBRE. 414 zoè ducali 2000 di sei grossi per ducato, ducati 2000 de le 2 el 3 |>er 100, ducali 500 e di l’oficio di Provedadori sora i oflicii excepti li debitori di sali, di ducati 50 di debitori erano a l’oficio di Avogadori extraordinari lati e si faranno, et ducati 500 di l’ofi-cio di le Cazude, ducali 500 di X oflicii, et possino scontar in li incanti case et volle, tna li mendi pagi di noli di ritorno, et debano dar per li sei a l’Arse-« rial ducati 50 per galìa di contadi. Debino baver fato il deposito per dì 20 Mazo sotto pena di ducati 500, melano banco a dì 10 Mazo, sia confina il Capitano in galìa a dì 25 ditto, el parli poi a dì primo Zugno. Vadino a Messina e slagi zorni 4. poi a Palermo 4, a Cades 6, e sia in libertà dii Capitano con li Padroni per la mazor parte di tuor la scala di Otranto se li parerano. El a Cales debano tuor do peote per galla e comprar 10 cuori per galìa per coprir le porle, de-bin far tirar la barcha e copano in galìa e fornir di homeni per li banchi. Zonte in Antona, una di ditte galìe resti lì, zoè quella averà mancho incanto justa il consueto cium-modo non habi il Capitanio, e le altre do vadino a le Schiuse dove stagino zorni 25, poi solo gran pene il Capitano si tiri in Armua, et vengino poi in Antona, over Sanluzi in l’isola d’Ingallera, dove stagino 60 zorni, poi compiti sia spazà la muda. El nel ritorno a Cades stagino zorni 4, a Majoricha 4, a Palermo 12, a Messina 8, poi vengino in Dalmatia a drelura per le scale solite. Sia ubligà a li prediti Patroni li noli di lane, pani et stagni cargali in Ingallera per mar, da poi il partir de lì di le galìe ultime venule, capitano sier Zuan Moro, e cussi li noli di ditte merze verano per terra, passato però l’anno del ritorno in quesla cità di le predite galìe bora venute, et li Patroni non possi sminuir li noli a le merze predite che sarano condui,e per via di Alemagna. Item, dagino la paga in Ingallera a raxon di danari quaranta per ducato, el in Fiandra una altra paga a raxon di grossi 60 per ducato, et si starano 250* fuora più di mexi diexe, possano dar la paga a rason di danari 39 per ducato; con altri capitoli solili me-tersi a li altri incanti. Et a li Irombeli debano dar ducati 4 per uno e il Capitano li fazi le spese. Et perchè le ditte galie non perdano tempo a Otranto in aspelar li vini di Candia per cargar su quelli, per abreviar il tempo, possiuo li Patroni e cadami vorano mandar vini in ditte galìe, farli condur in quesla terra quante mal- vasie i vorano, qual siano poste in uno magazen o più magazeni con do chiave: una legni li Patroni over di chi le sarano, et l’altra il daziaro dii vin, et pagino per bota pizoli 4 solamente senza pagar altro dazio. Queslo ave 47, 3, 2. Sumario de V incanto fu preso. Che le dile galìe vadino in Antona e non passi in Fiandra over a Santuzi, dove meglio aparerà al Capitanio et Patroni per la mazor parte. Habino di don ducati 4000 per galìa, videlicet ducati 1000 di pizoli 6 per ducato, 1500 di le 2 el 3 per 100, ducati 500 di debitori di Provedadori sora i offìcii et ducati 500 di X offìcii, et la muda in In-galtera sia zorni 90, con tutti li altri capitoli di l’incanto soprascrilo. Questo ave 139. 1520, die 23 Novembris, in Consilio X 2 et Additione. El fo provisto per questo Consejo, prima a di 17 Dezembrio et post modum a dì 21 Mazo proxima-mente preteriti, el limitalo el precio de i ducati venc-tiani et hongari che avesseno ad corer a L. 6 pizoli 16, et i fiorini a L. 6 pizoli 14, et tamen, non ostante tale deliberatoli, molti se fanno licito dar diti ori a molto mazor precio del soprascrito, et cussi etiam i banchi nostri, che è cosa da non soportar, et però l’anderà parte. Che, salve e reservale in omnibus le parte sopraserite, sia per autorità di questo Consejo preso et azonto che, cussi come per i Offìcii nostri in questa cità et etiam ne le camere de fuori danno e recevono i ducali venetiani et hongari a L. 6 pizoli 14, et cussi etiam observar si debia el medesimo per cadauna altra persona particular di qual sorte et qualità si voglia, el similiter per i banchi nostri so-prascrili, qual banchi e persone particular siano tenuti et ubligali quotiescunque daranno danari ai creditori suoi, dagandoli oro, darli a sopradilli precii de L. 6, pizoli 14 et non altramente. Et se per caso alcun de i dicti, sì banchi come altri, se rendesse difficile aut ricusasse darli al precio soprascrito, queli vorano i suoi danari, andar debano ai Consoli di merchadanti ; i qual Consoli, sotto pena di privalion al suo oflitio, siano tenuti far comandamento, sì a diete particular persone come ai banchi soprascriti, che contino dilli ori al precio ut supra limilado, et non lo facendo, debano dicti Consoli darli immediate