Gli statuii marittimi veneziani 13 n. 80 un capitolo degli Statala dello Zeno che nel testo del Canciani porta il n. 95, ciò che parimenti implica la esistenza di più codici. E due invero ne sono anche attualmente esistenti a Venezia, l1 uno nell’ Archivio di Stato, l’altro posseduto dalla Fondazione Querini-Stampalia (1). Il primo può ritenersi che contenga il testo effettivamente applicato, sia perchè conservato nell’ Archivio pubblico, sia attesa la testé accennata corrispondenza fra lo stesso e le leggi di Andrea Dandolo rispetto alla numerazione dei capitoli citati da quest’ultime. Fu il secondo che è stato riprodotto dal Canciani, il quale nel Monitum premesso agli Slatuta così parla di quel manoscritto: « ele-» gantissimuni tamen exemplar membranis magnifìce con- (1) Un terzo trovasi in Inghilterra a Cheltenham (Glocestershire) e fa parte della grandiosa collezione Phillips, attualmente posseduta da Sir Filz-Roy Fenwick Esquire, e porta in essa il n. 1354. Ne trovai l’indicazione nell' Archivio Veneto, toni. XXXVII, p. 209, e, rivoltomi al possessore, mi fu egli cortese di utili informazioni, delle quali vivamente qui lo ringrazio. Il manoscritto è del sec. XIV (a) e contiene 187 capitoli; il cap. 129 però incomincia colle parole: ¡nei-piunt statuta tarretarum, i quali statuti poi occupano tutti i restanti capitoli. La materia è perciò quella stessa degli esemplari di Venezia, e vi ha divario solo nella numerazione. Quanto alle varianti, che si rileveranno in appresso, fra 1’ esemplare che qui si pubblica e quello Que-rini, il manoscritto di Cheltenham riproduce perfettamente il nostro testo, e riesce perciò una riprova che è desso il più esatto, riprova di evidente importanza, appartenendo quel manoscritto al medesimo secolo degli altri due. In quella vece il manoscritto esistente nella Biblioteca Marciana di Venezia (Cod. lat. cl. V, jus civile ord. XXXIV), a cui allude il Pardessus nel tom. VI, p. 604 delle sue Lois maritimes, attestando però di non aver potuto prenderne conoscenza, non è un codice antico, ma è la copia di pugno del Canciani fatta dal manoscritto Querini nel sec. XVIII. (a) L’ Archivio Veneto (loc. cit.) lo dice del sec XIII, ma ciò va rettificato con quanto mi scrive il Fenwick.