però che due «cortelà» di galera seicentesca sono conservati nel Museo Storico Navale e che questi fino aìla caduta della Repubblica erano disposti sulle pareti nella sala dei modelli dell’Arsenale. Questi frammenti scolpiti e dorati appartenevano certamente ad una galera generalizia giacché le galere dei Sopracomiti non potevano portare decorazioni così ricche. Considerato che nel secolo XVII l’unica galera da Capitano Generale perduta in combattimento fu quella di Lazzaro Mocenigo, tutto induce a pensare che quei «cortelà» possano aver appartenuto a quella gloriosa unità. Durante al guerra di Candia si perdette è vero anche la galera di G. B. Grimani, ma la perdita avvenne ptr naufragio nelle acque di Psara e nulla ricorda che frammenti di essa sieno stati ricuperati. Colla morte di Lazzaro Mocenigo le imprese gloriose della campagna del 1657 cessarono. Le Armate alleate si ritirarono subito dopo nelle acque di Tenedo ed il Priore Bichi ed il Carafa ritornarono in Ponente. Pochi giorni dopo la morte del Mocenigo morì anche il Provveditore Barbaro Badoer che lo aveva sostituito. Il comando interinale dell’Armata passò allora al Capitano delle galeazze Lorenzo Renier, uomo che non aveva nessuna attitudine al Comando e che vide in breve ritornare Tenedo e Lemno in potere del nemico. * * * La salma di Lazzaro Mocenigo venne inumata a Venezia in un semplice deposito senza iscrizione alcuna davanti all’altare di S. Lazzaro fatto erigere dal padre suo nella Chiesa della Carità, per il quale aveva incaricato il Bassano di dipingere la Deposizione di Lazzaro. (1) Nel 1922 la sezione di Venezia della Lega Navale pensò di rintracciare le ossa di questo grande Marinaio perchè venissero trasferite nella Cappella del SS. Rosario, essendo attualmente la Chiesa della Carità nella parte inferiore destinata ad aule della Regia Accademia di Belle Arti. Le ricerche compiute non portarono purtroppo ad alcuno risultato, e tutto fa ritenere che le ossa gloriose di Lazzaro sieno state disperse nel .1810 quando il Governo Italico, sconsacrata la Chiesa per ridurla ad uso dell’Accademia delle Belle Arti, decise di fare i lavori colla minor spesa possibile e concedette all’imprenditore tutti i marmi degli altari e delle tombe esistenti nella Chiesa perchè fossero venduti come meglio si credeva. Battista Nani (2) fa il seguente ritratto di Lazzaro Mocenigo: « Nel corso della sua vita privata egli era passato per vari e diversi « accidenti. Poi con saggi di sommo valore portato quasi di volo all’a-« pice delle dignità militari, trasse a sé gli occhi e l’applauso del mon-« do; stimato da tutti, intrepido nei pericoli, fortunato nelle battaglie, « giustissimo nel governo. Ciò che agli altri prudentemente ordinava « egli stesso arditamente eseguiva. Non perdonando nella militare di- li) Questo quadro si trova ora nelle RR. Gallerie di Venezia. (2) Battista Nani — Historia di Venezia. 179