Quasi tutte le galere angioine caddero in potere dei Siciliani; soltanto 15, secondo il D’Esclot, (1) riuscirono a salvarsi nel porto di Napoli. Epica fu la resistenza della Capitana angioina sulla quale col Principe di Salerno si trovavano Jacopo de Brusson, il Conest'abile Guglielmo Estendart, i Conti di Brienne e di Monpellier e molti altri cavalieri di Francia. Il Muntaner (2) ed il D’Esclot sono concordi nel sostenere che la resistenza della Capitana angioina fu veramente eroica. A colpi di mazza un uomo dell’equipaggio del Lauria riuscì a sfondare l’opera viva e la galera così cominciò ad imbarcare acqua, mentre l’equipaggio continuava imperterrito a difendersi ritirandosi verso poppa. Visto che la galera tardava ad affondare, il Lauria inviò un sommozzatore a forare in altro punto il fasciame della galera. L’equipaggio continuò a battersi, ma vista inutile ogni ulteriore resistenza, l’Estendart persuase Carlo ad arrendersi e così Carlo consegnò la sua spada nelle mani del Lauria. Nel combattimento rimasero prigionieri molti Cavalieri della più eletta nobiltà francese ai quali fu concessa la libertà a prezzo di riscatti favolosi. (3) Il Lauria, temendo che le galere di Puglia potessero durante la sua assenza tentare un colpo di mano su Messina, decise di ritornarvi al più presto anche perchè di là avrebbe potuto impedire un eventuale congiungimento tra le galère di Puglia e quelle di Provenza. Pochi giorni dopo il combattimento Carlo d’Angiò giunse sulle coste napoletane con le 40 galere di Provenza. Grande fu la sua irritazione per gli avvenimenti perchè aveva dato ordine al figlio di attendere il suo arrivo prima di venire a combattimento con l’armata nemica. Nella speranza di ristabilire la situazione egli inviò disposizioni alle galere di Puglia di lasciare Brindisi per unirsi alle sue davanti a Reggio. L’esercito in pari tempo fu inviato in Calabria onde scacciare da quella regione i Siciliani. Ma il presidio di Reggio resistette validamente ed anche questa volta, come nel 1282, al sopraggiungere della stagione invernale Carlo fece sospendere le operazioni e rientrare le varie unità navali nei loro porti d’armamento. \ Sembra che il provvedimento adottato fosse ancora causato sia dalle numerose diserzioni verificatesi, sia dall’imminenza della scadenza dei contratti di noleggio degli armatori ed anche perchè uno spirito di indisciplina si era diffuso tra le ci urne (4). (1) C. Manfroni — Opera citata. (2) Muntaner — Chron. Catalane. (3) 1/Amari scrive che il Lauria avendo scorto una galera nemica che con grande velocità si stava allontanando ordinò alla galera catanese di Natale Pancia di inseguirla, minacciando di far accecare tutto l’equipaggio se il legno nemico non fosse stato catturato. (4) NelFistessa opera dell Amari è riportato nell’appendice (doc. 22) un documento del R. Arch. di Napoli che riguarda gli ordini dati nel 1283 al giustiziere di Galabria. Da questo risulta che doveva essere amputato del piede sinistro ai 42