Quando l’armata venne approntata essa fu messa sotto il comando di Genovesi ed equipaggiata in prevalenza con marinai liguri. Lo Zaccaria studiò anche il piano della campagna navale da svolgere e lo presentò al Re. Questo piano, secondo l’Jmperiale, è «uno dei più antichi e preziosi documenti che gli archivi francesi possano offrire allo studio dei competenti». Esso è riprodotto nell’appendice C a pag. 386 dell’opera dell’imperiale più volte citata. L’originale del documento fa parte della biblioteca Imperiale esistente alla «Biblioteque National«» di Parigi. Re Filippo, come scrive il de La Roncière, (1) approvò nella sua integrità il piano presentatogli e designò al comando della spedizione, secondo la proposta dello Zaccaria, Giovanni d’Harcourt e Matteo di Monmorency. Lo Zaccaria continuò nella direzione della guerra fino alla tregua del 1298 ed anche nel 1299 lo troviamo al blocco della foce dello Zwyn in Fiandra. Nel 1301, quando per insistenza di Papa Bonifacio Vili si delincava la probabilità di organizzare una nuova crociata per riprendere ai Mussulmani la Terra Santa, lo Zaccaria fu preconizzato dal Pontefice ad essere il Capo della spedizione. Egli perciò lasciò il servizio del Re di Francia e venne in Italia cercando in tutti i modi di persuadere i vari Signori a partecipare all’impresa. Ma davanti alla indifferenza dei più ed agli ostacoli frapposti dalle Repubbliche marinare, nulla riuscì a concludere. Egli fece allora ritorno in Oriente stabilendosi nel suo feudo di Focea. Andronico lo chiamò però a Costantinopoli dandogli l’incarico di porre un freno alle continue scorrerie e devastazioni che i corsari turchi effettuavano contro le coste e le isole dell’impero. Lo Zaccaria con azioni di sorpresa riuscì a sconfiggere in vari scontri i pirati e a snidarli dalle isole di Tenedo, Metelino, Samo e Scio delle quali si erano impadroniti. Nel contempo riuscì anche a frenare l’attività dei Catalani che Andronico aveva chiamato per difendere il vacillante impero ed a frenare le aspirazioni dei Veneziani che dopo l’incursione di Belletto Giustiniani nelle acque del Bosforo (1302) erano riusciti ad ottenere notevoli privilegi commerciali. Anche l’opera compiuta da Benedetto in questa circostanza aveva lo scopo di riunire tutti i Cristiani nella lotta contro l’espansione mussulmana. Grato per l’opera svolta dallo Zaccaria, Andronico, nel Ì304, lo investì del feudo di Scio che la sua famiglia conservò fino nel 1329 e poscia passò in proprietà alla famosa Maona, che la governò fino al 1566. Nel 1307 Benedetto finì a Genova la sua vita avventurosa mentre si preparava a ritornare in Oriente. Nei suoi feudi di Oriente gli successe Martino Zaccaria che lasciò buona fama di abile marinaio e che visse stabilmente in Oriente. Egli (1) C. de La Roncière — Hìstorie de la Marine Frangaise — Voi. I, «Les origines» — pag. 348 e seguenti. 31