Bey di attendere cioè la sua uscita davanti alla spiaggia di Troia per prendere l’armata cristiana tra due fuochi e procedere poscia tutti uniti alla conquista di Tenedo e di Lemno. Topal al di dentro dei Castelli disponeva di 30 galere, 10 galeazze e 18 navi a vela ed aveva uno stuolo assai numeroso di saicche e barconi per trasporto di circa 50 inila uomini da impiegare per le operazioni a terra. Tagliarono primi la linea dei Castelli i vascelli a vele spiegate ben gonfie data la forza del vento. Unitamente ad essi uscirono anche 8 galeazze. Questo gruppo spinto dal vento e dalla corrente in poppa, in brevissimo tempo giunse all’altezza dei vascelli e delle galeazze veneziane all’ancora nel canale, e impegnò un combattimento vivacissimo. Topal colle galere e con altre due galeazze uscì appena ultimata la manovra dei vascelli. Anche le galere, per rendere più sollecita la manovra, alzarono la vela di trinchetto. Le saicche con le truppe da sbarco invece attesero per uscire l’ordine che sarebbe stato dato non appena l’andamento della battaglia lo avesse consigliato. 11 combattimento tra i vascelli e le otto galeazze turche e le navi e le galeazze veneziane si era andato sempre più intensificando. Occorre tener presente che la formazione veneziana era alquanto disordinata perchè il vento, il mare e la corrente fortissima avevano fatto arare sulle ancore molte delle navi. La Capitana e l’Almirante turca abbordarono la Capitana del Bembo che resistette impavido rimanendo sull’ancora; ma poco dopo, imitato da tutti gli altri vascelli e galeazze, il Bembo tagliò le gomene delle ancore e si gettò in mezzo agli avversari. Anche tutti i suoi dipendenti si diportarono valoramente, e tra questi, è giusto ricordare Alvise Foscari, Governatore di Galeazza, che morì «mostrando maggior sentimento di lasciar la battaglia che la «vita». (1) Nessuna nave o galeazza veneziana si perdette in questa fase dell’azione, mentre delle 18 navi turche, la Capitana ed un'altra nave rimasero incendiate, due furono affondate ed una catturata. Delle 8 galeazze una venne catturata, due furono incendiate e due andarono ad investire sulla costa d’Europa. Dieci navi soltanto riuscirono a giungere in franchia fuori dal Canale ed a rifugiarsi a Metelino. Le navi veneziane rimasero sui bordi all’imboccatura del Canale in attesa degli avvenimenti e per opporsi in ogni caso all’uscita dai Castelli delle galere e delle saicche. Mentre questo combattimento si svolgeva tra le due armate a vela, Topal era uscito dalla linea dei Castelli, convinto sempre che le galere ancorate a Capo Crisia fossero quelle dei Bey dell’Arcipelago. Ma d’un tratto si accorse che una parte di quelle galere, strisciando lungo la costa d’Europa, per approfittare della contro corrente e per usufruire del ridosso del vento muoveva arditamente per entrare nello Stetto. (1) Brusoni — Opera cithata — Parte II, pag. 10. 174