17 Luglio a Modone e due giorni dopo a Corone. In questo porto, dove si fermò fino al giorno 27, egli trovò le galere di Genova e di Marsiglia. Distribuite a bordo le milizie secondo il piano prestabilito e imbarcati sulle varie galere i Cavalieri di fiducia, egli comunicò a tutti le Ordinanze per la navigazione ed il combattimento. Nello stesso tempo raccolse anche tutte le informazioni sul nemico indispensabili prima di proseguire la navigazione. Durante il soggiorno a Corone Amedeo riuscì a riconciliare tra loro l’Arcivescovo di Patrasso ed il Despota di Jnus (1) valendosi per ottenere lo scopo specialmente dell’opera del suo Ammiraglio Stefano della Balma. Lasciato Corone e passando in vista di S. Giorgio in Albero e di Capo Colonna egli approdò il 2 Agosto a Negroponte che apparteneva allora a Venezia. In questo porto riordinò la flotta, rimise in efficienza le galere e diede tutte le disposizioni per l’attuazione del piano di campagna. Come si è accennato dal 1354 il Sultano Orkan si era impadronito della costa europea dello stretto dei Dardanelli ed aveva fortificato la città di Gallipoli che era in conseguenza necessario di espugnare prima di giungere a Costantinopoli. Il 15 Agosto, dati tutti gli ordini per effettuarne l’assalto, Amedeo lasciò Negroponte facendo direttamente rotta su Gallipoli. Ivi giunto, sbarcate a terra le milizie, assalì la fortezza e la conquistò il 23 Agosto vincendo un’accanita resistenza. (2) Amedeo affidò il comando della fortezza al veneziano (3) Aymone Michiel e gli lasciò alla dipendenza Giacomo di Lucerna con un conveniente presidio composto della compagnia alemanna concessagli da Galeazzo Visconti. Agli ultimi di Agosto il Conte ritornò a bordo dell’Armata ed ai primi di Settembre giunse a Costantinopoli senza trovare più alcun ostacolo sulla sua rotta. A Costantinopoli vennero sbarcate a terra tutte le milizie accantonandole nel borgo di Pera, posseduto allora dai Genovesi, di cui era Podestà Antonio Magnerri, fratello di Giovanni armatore delle galere genovesi partecipanti alla spedizione. (4) Con grande sorpresa Amedeo apprese che l’imperatore Paleologo fino dal mese di Luglio era partito da Costantinopoli dirigendosi a Buda per fare l’abiura nelle mani del Re di Ungheria, secondo il desiderio espresso dal Pontefice. Giunto però l’imperatore a Viddin era stato fatto prigioniero da Stratimiro Re dei Bulgari, alleatosi ai Mussulmani per scacciare i Bizantini da Costantinopoli. (1) Il Datta nell’opera già citata scrive di aver ricevuto questa notizia dalla Sabaudiae Repubbl. et Historia di Lamberto Vander-Bourg. Da quanto afferma Io stesso Datta «Jnus» era una piccola città della Laconia, nelle vicinanze dell’antica Epidauro. (2) Nella Storia di Casa Savoia del Bertolotti è scritto che fu Riccardo Musardo ad inalberare per primo l’insegna Sabaudo sulle mura di Gallipoli. (3) M. G. Canale — Della spedizione in Oriente di Amedeo VI di Savoia, ecc. Genova 1887 — Pag. 19. (4) M. G. Canale — Opera citata — Pag. 20.