gna (1). Perchè nessuno potesse dar notizia al nemico del suo viaggio affondò tutte le navi incontrate lungo la rotta e mise al remo delle sue galere tutti gli equipaggi catturati. Il D’Esclot (2) descrive le galere siciliane da lui viste a Barcellona schierate in bell’ordine, dipinte tutto intorno con le armi di Aragona e Sicilia, luccicanti di scudi e balestre, parate di bandiere, pennoncelli, tende di seta vermiglia su i castelli di poppa che non s’era più vista armata in miglior arredo. Uno scontro tra le unità provenzali e quelle catalane era già avvenuto. L’esito era stato dubbio e ansiosamente Re Pietro attendeva dal Lauria il ristabilimento della situazione. L’incontro tra le due armate avvenne presso gli scogli delle Formiche verso il 9 settembre 1285. La descrizione della battaglia lasciataci sia dal Muntaner che dal Neocastro non è concorde. Si può ritenere con sicurezza soltanto che il combattimento avvenne durante la notte e che una parte dell’armata di Provenza riuscì a salvarsi colla fuga. Ad ogni modo, secondo la relazione del Neocastro, da ritenere la più conforme al vero, sembra che le galere provenzali fossero all’ancoraggio nel porto di S. Filiù colle poppe assicurate a terra e che a notte inoltrata si sieno presentate davanti al porto le galere del Lauria. Accertatosi della presenza delParmata nemica nel porto, il Lauria divise le sue galere, come aveva fatto nel golfo di Napoli, in due reparti. Uno di 10 galere fu disposto sotto costa in modo da non essere scorto dal nemico ed ebbe l’ordine in caso di uscita dei Provenziali dal porto di manovrare in modo da impedirne il ritorno e di assalirli a tergo se si fosse impegnato il combattimento. Con le altre 30 galere egli diresse verso il largo, ma visto che il nemico non si decideva a lasciare il porto, invertì la rotta, fece accendere un fanale su tutte le sue galere perchè potessero riconoscersi tra loro e con suono di tromba e di tamburo e grida altissime diresse per penetrare t,el porto. I Provenzali per non essere sorpresi all’ancora, ciò che li avrebbe messi in condizioni di inferiorità, salparono e mossero contro il Lauria. Appena in franchia le galere di Provenza furono attaccate alle spalle dal reparto distaccato ed il Lauria investì di fronte il nemico col grosso. Ne seguì un combattimento sanguinosissimo l’esito del quale non poteva esser dubbio. Le galere provenzali furono quasi tutte catturate o affondate e solo il De Mari, riuscì a salvarsi con le galere genovesi facendo alzare su di esse un fanale per trarre in inganno il nemico. Come giustamente osserva il Manfroni (3) il risultato morale di questa battaglia fu grandissimo ed il nome di Ruggero di Lauria già reso celebre per le precedenti vittorie «incusse tale terrore ai nemici, « che nessuna nave osava tenere il mare» nel Mediterraneo Occidentale, (1) Negli Annales Januenses (Voi. V, Pag. 65) è detto che il Lauria portò con sè dalla Sicilia 35 galere e che ne trovò a Barcellona altre 18 armate in Catalogna. (2) M. Amari — Opera citata — Voi. I — pag. 465. (3) C. Manfroni — Opera citata — pag. 155. 44