costa toscana, i Pisani poterono non solo inviare rinforzi di truppe in Corsica per sostenere il loro nuovo vassallo, ma anche compiere uno sbarco nell’isola di Palmaria saccheggiandola. Oberto Doria dispose allora perchè neH’inverno la flotta venisse ancor più rinforzata onde poter debellare definitivamente l’armata nemica nell’anno successivo. Nella primavera 1283 si trovarono allestite nel porto di Genova 62 galere del Comune e numerose altre, noleggiate o fomite gratuitamente da privati armatori. Nell'inverno le truppe pisane avevano proseguito le imprese territoriali nella Corsica occupando anche Calvi, mentre altre galere venivano allestite. Oberto Doria, avuta notizia che Pisa stava preparandosi ad occupare Capo Corso, tentò inutilmente di ostacolarlo, come pure non riuscì ad impedire che una armata pisana sbarcasse truppe sulle coste settentrionali della Sardegna dove Andreotto Saraceno occupò Alghero senza che Tommaso Spinola riuscisse a disturbarlo. Anche Corrado Dloria uscito da Genova con 54 galere il 27 giugno 1283 collo scopo di venir a contatto coll’armata avversaria, dopo aver per un mese incrociato nelle acque dell’Arcipelago toscano, non riuscì nell’intento e dovette riparare a Porto Venere in seguito ad un fortunale che danneggiò assai le sue navi. L’anno successivo però le armate genovesi furono assai più fortunate. Un convoglio di galere di mercanzia con un carico assai ricco diretto in Romania scortato da 15 galere e 2 galeoni, comandato da Enrico de Mari stava ancorato a ridosso dell’isola di Tavolara quando avvistò una nave di commercio veneziana, noleggiata da Pisa, sulla quale era imbarcato il Conte di Donoratico diretto in Sardegna per assumervi il comando delle truppe pisane già sbarcate nell’isola. Il convoglio era composto di navi di privati armatori, una parte apparteneva a Benedetto Zaccaria ed altre a Lamba Doria, che comandava una delle galere del reparto di scorta. Mentre il de Mari moveva ad attaccare la nave del Donoratico, im-padronendosene, venne avvistata la scorta pisana rimasta distanziata dalla nave. Essa era costituita da 25 galere e ne aveva il comando Guido Jacia. (Aprile 1284). La battaglia si accese subito violentissima. Le forze contrapposte erano presso a poco della stessa entità, ma, come scrive il Templier de Tyr (1), gli equipaggi pisani erano stanchi perchè avevano navigato tutta la notte, mentre quelli genovesi erano freschi perchè, come si è detto, avevano pernottato tranquillamente all'ancora a ridosso di Tavolara. La battaglia iniziatasi sul far del giorno durò fino al calar del sole. Otto galere pisane caddero in mano del de Mari una delle quali fu arrembata da Lamba Doria; le altre erano talmente danneggiate che non furono in caso di potersi allontanare. (1) Templier de Tyr — Gestes des Chyprois. 12