Quando Tolone insorse contro la Convenzione (Agosto 1793) e si diede in mano agli Inglesi, le navi di alto bordo napoletano parteciparono alle operazioni sotto gli ordini dell’Ammiraglio Hood e così pure esse furono presenti nell’alto Tirreno durante gli avvenimenti che si svolsero in quelle acque dal 1794 al 1796 e cooperarono alla conquista della Corsica e dell’isola d’Elba eseguita da Jervis. Il Caracciolo, che aveva col grado di Capitano di Vascello il comando del «Tancredi», partecipò il 4 Marzo al combattimento di Capo Noli. La sua nave ebbe posto all’avanguardia della formazione unitamente alla «Minerva» ed alla «Pallade» mentre i] «Guiscardo» con 4 galeotte concorreva al blocco di Genova. L’azione svolta dal Caracciolo fu molto elogiata dagli Inglesi c per questo nel 1798 egli venne insignito del grado di Brigadiere di Marina che corrispondeva a quello di Contrammiraglio ed ebbe il comando di una Divisione composta del vascello «Sannita» e della fregata «Aretusa». Un giornale di navigazione da lui stesso compilato (1) racconta quanto egli operò durante questi anni. In questo giornale, come osserva il Maresca, (2) «nessuna parola dà il campo ad indovinare i pensieri ed « i sentimenti dello scrittore il quale non fa altro che indicare giorno « per giorno i diversi movimenti della sua nave e delle altre poste « sotto il suo comando, registrare le manovre eseguite e la direzione « dei venti, segnare gli ordini ricevuti e l’esecuzione degli stessi». L’osservazione del Maresca è opportuna perchè sarebbe logico pensare che dovesse trasparire in questo scritto qualche pensiero dell’uomo profondamente italiano nel momento in cui il movimento nazionale, sotto la spinta delle nuove idee manifestatesi, stava sviluppandosi specialmente tra gli uomini di maggiore coltura. Questo ostentato silenzio può essere interpretato infatti nel senso che il Caracciolo non era favorevole alla politica della Corte che aveva messo la sua marina alla dipendenza degli interessi inglesi. Nel Marzo 1798 la piccola Divisione dell"Ammiraglio Caracciolo iniziò le sue navigazioni scortando a Livorno ed a Genova convogli di navi mercantili e ritornando a Napoli il 2 Aprile. Il 18 Aprile la Divisione venne rinforzata colle fregate «Sirena» e «Cerere» ed il Caracciolo ebbe ordine di dare la caccia ad alcune navi corsare segnalate presso le isole Pontine. Partito subito da Napoli egli incrociò inutilmente nelle acque di Ponza e poi si diresse sulle coste di ponente della Sicilia dove riuscì a catturare alcune unità barbaresche. Ritornato ancora a Napoli ebbe ordine di recarsi in Adriatico per unirsi alla Divisione dell’Ammiraglio Vicuna composta del vascello «Archimede» della fregata «Minerva» e della Corvetta «Aurora» incaricate di proteggere il traffico marittimo sulle coste di Puglia dalle insidie dei corsari. Altre missioni in Tirreno egli compì durante l’estate e nell’Ottobre fece ritorno a Napoli. (1) Manoscritti dalla Società Napoletana di Storia Patria. (2) B. Maresca — Opera citata. 187