d’Angiò nominò come suo Vicario il figlio Carlo, chiamato lo Zoppo, al quale conferì il titolo di Principe di Salerno. Carlo lo Zoppo nell’inverno 1282-83 fece sforzi di ogni genere per riordinare la sua armata concentrandola ancora in parte a Brindisi ed in parte a Napoli, mentre il padre pensava ad allestire le galere di Provenza. A capo delle forze navali vennero nominati Guglielmo Cornut e Bartolomeo Bouvin. Gli Angioini speravano di riuscire a ristabilire l’equilibrio navale, ma quello che non poterono ottenere fu la fusione tra i reparti armati in paesi così diversi tra loro e non ebbero nemmeno la possibilità di affidare il comando dell’armata ad un uomo degno di stare di fronte a Ruggero di Lauria. Una gran parte dell’Armata Angioina potè all’inizio della primavera essere riunita a Napoli, e Carlo lo Zoppo, animato dal più forte spirito aggressivo, meditava di compiere grandiose imprese. L’armata Siculo-Catalana al comando del Lauria, eletto il 20 aprile 1283 Ammiraglio di Catalogna e Sicilia, (1) aveva passato tutto l’inverno a Messina e col lavoro più assiduo erano state approntate 22 galere ed altre unità minori; altre unità comandate da Manfredi Lancia stringevano d’assedio Malta, in mano ancora degli Angioini. Il Bouvin partito da Napoli, girando a ponente della Sicilia, diresse su Malta per soccorrerla. Il Lauria, appena seppe di questo, mosse verso le isole maltesi ed alla mezzanotte dell’8 giugno si presentò davanti al porto di Malta. Egli (2) «sdegnando assaltare il nemico sprovveduto, fa suonare « a battaglia tutti gli strumenti, manda un legno a sfidare Comut... « che con i suoi 27 legni impaziente diè dentro appena faceva l’alba». All’inizio le due armate si batterono con egual furore ma verso mezzogiorno il Lauria, vedendo la lotta indecisa, ordinò un attacco generale e gli Angioini «sprovveduti e stracchi» non poterono resistervi. Bouvin con 8 galere malconcie prese allora il largo facendo rotta verso le coste di Provenza dove giunse con 5 sole unità. L’Amari così descrive l’episodio culminante della battaglia e cioè il combattimento avvenuto tra il Lauria ed il Cornut rimasto a capo degli Angioini dopo la fuga del Bouvin (3) «Guglielmo Cornut disperatamente stringesi a combattere col Lo-« ria spicca un salto sulla galera catalana o quei sulla provenzale, che « ciò variano i racconti ; e il Marsigliese cercando l’emulo suo tanto « menò a cerchio d’un’azza che sgombrò la ciurma e con lui scontrossi « sotto l’albero della nave. Ferillo alla coscia d’un lanciotto, e’1 finiva « con l’azza se un colpo di pietra non gliela traea di mano, onde Rugge-« ro colto il tempo strappandosi l’asta dalla ferita, ritorcegliela in « petto, e’1 passa fuor fora». Impadronitosi di Malta, il Lauria fece ritorno a Messina traen- ti) Quintina — Yidas de Espanoles celebres — Tomo II — pag. 176. (2) M. Amari — La guerra del Vespro — Voi. I — pag. 338. (3) M. Amari — La guerra del Vespro — Voi. I — pag. 340. 39