fu proprio il Lauria uno dei principali colpevoli di questa impreveduta decadenza della marineria italiana nel Mediterraneo occidentale. * * * Cessate le ostilità tra gli Aragonesi e gli Angioini, il Lauria negli anni 1288-89 si limitò a compiere azioni corsare collo scopo di accumulare sempre maggiori ricchezze per sè, sia di ingraziarsi colle prede gli equipaggi ed avere così la possibiltà di mantenerli senza gravare lo smunto erario del Re d’Aragona. Ebbero in modo speciale a soffrire delle depredazioni e dei saccheggi del Lauria le coste della Calabria e quelle del Napoletano, essendosi egli spinto perfino sotto le mura di Gaeta nella speranza di conquistare la città che aveva cercato di far sollevare. Nel settembre 1289 Re Giacomo di Sicilia aveva deciso, in pieno accordo col Lauria, di aderire al desiderio del Pontefice di partecipare ad una spedizione in Terra Santa dove la situazione era divenuta assai difficile per i Cristiani in seguito alla caduta di Tripoli di Soria in mano degli Egiziani. (1) Re Giacomo aveva deciso di partecipare in persona all’impresa con 30 galere ed il Lauria si era offerto di armarne 10 a sue spese con un corpo da sbarco di 100 cavalli e 2000 fanti. Questa offerta del Lauria non deve meravigliare perchè egli sperava di rimborsarsi in tal guisa non solo delle spese della spedizione ma di averne un utile cospicuo dai tesori che avrebbe potuto conquistare e colle taglie che avrebbe potuto imporre alle ricche città della Soria. I Siciliani non vollero però che la spedizione si effettuasse temendo che dell’assenza delFarmata potesse trarne profitto l’Angioino per ritentare l’invasione della Sicilia. Nel 1290 la tregua stipulata tra Carlo II0 ed Alfonso 111° d’Ari-gona fu suggellata dalla pace di Beziers (19 febbraio 1291). Poco dopo avvenuta la conclusione della pace morì il Re Alfonso (18 giugno 1291). Sul trono di Aragona gli successe Giacomo che lasciò il regno di Sicilia e prese il titolo di Giacomo 11°. Sul trono di Sicilia salì Federico terzogenito di Re Pietro giovane di 19 anni e che dall’infanzia aveva sempre vissuto colla madre in Sicilia. Ruggero di Lauria volendo anche in quest’anno rifornire di bottino gli equipaggi della sua flotta per evitare di corrispondere loro le paghe, non sapendo più quali coste devastare decise di recarsi in Arcipelago per svaligiare i possessi dei feudatari francesi e dell’imperatore Andronico. Egli perciò nel 1292 dopo una corsa sulle coste joniche della Calabria, saccheggiò Malvasia, l’isola di Scio, Clarenza, Patrasso ed altri porti, facendo nell’autunno ritorno in Sicilia carico anche questa volta di molto denaro e di abbondante bottino. (1) Non deve meravigliare quanto faceva il Lauria perchè egli era il Comandante Supremo sia deH’armata catalana che di quella siciliana e quindi vigendo una tregua tra gli Aragonesi e gli Angioini egli poteva benissimo accingersi ad altre imprese. 49