come abbiamo veduto, egli era stato regolarmente eletto Governatore di galeazza del reparto agli ordini del Morosini. * * * Dopo Ja battaglia Lazzaro tornò a Venezia per curare le ferite che aveva riportate e poco dopo il 21 Settembre 1652 ebbe la nomina a membro della Magistratura del Sai, carica che, come afferma Marco Trevisan (1) implicava la nomina a Senatore. Ma, soffrendo Lazzaro dell’inerzia alla quale lo costringeva il suo ufficio, mentre sui mari di Levante si combatteva, fece di tutto per riavere un nuovo comando navale ed infatti il 16 Aprile 1654 ottenne di essere eletto Capitano delle Navi. La carica era molto importante perchè egli diveniva il Comandante Superiore di tutte le navi a vele quadre che facevano parte dell’Armata e che in quel tempo costituivano già un’unità tattica ben definita, con un impiego diverso da quello delle galere, perchè spesso erano chiamate ad agire indipendentemente dal naviglio a remi. Nella primavera del 1655 troviamo perciò Lazzaro Mocenigo ai Dardanelli Comandante Superiore di un reparto costituito da 25 vascelli, 6 galere e 4 galeazze. Alla sua dipendenza egli aveva il Capitano del Golfo Antonio Barbaro, 1’Almirante delle navi Antonio Zeno ed 11 Capitano delle Galeazze Giacomo Loredan. Francesco Morosini era stato nello stesso tempo elevato al grado di Provveditore d’Armata ed esercitava anzi il comando interinale di questa in seguito alla morte repentina del Capitano Generale Gerolamo Foscarini. Il Morosini, recatosi ai Dardanelli con l’Armata sottile onde assicurarsi delle intezioni degli Ottomani, vi rimase fino al 12 Giugno. Convinto che il nemico non si sarebbe deciso a prendere il mare, se ne allontanò, presumibilmente per cercare di distruggere le unità dei Bey dell’Arcipelago, che gli erano state segnalate in navigazione verso Candia. (2) Ma la notizia che indusse il Morosini ad allontanarsi dai Dardanelli era falsa e gli era stata fatta pervenire dal Capitan Pascià, che desiderava veder diminuire il numero delle forze navali veneziane davanti ai Dardanelli, e poter così tentare con maggior facilità l’uscita dagli Stretti. Appena gli Ottomani furono certi che il Morosini aveva lasciato i Dardanelli, decisero di prepararsi senz’altro ad uscire in mare largo. Comandante Supremo dell’Armata turca era Mustafà Pascià di Metelino (3) uomo assai valoroso ma vanitoso. Egli era sopranominato (1) M. Trevisan — Le ationi eroiche di L. Mocenigo — Venezia — 1659. (2) Brusoni >— Opera citata — Parte I, pag. 269. (3) Relazione di anonimo del viaggio dell’Armata Ottomana l’anno 1655 riportata dal Brusoni. 158