chiarvi le prede fatte e sbarcarvi i prigionieri, rimase con 30 galere nel golfo di Napoli saccheggiando Castellammare, Sorrento e le isole del golfo. La morte di Re Pietro III0 (10 novembre 1285) aveva prodotto un cambiamento radicale nella politica aragonese, essendosi venuta a rompere l’unione dinastica tra la Catalogna e la Sicilia. Dei figli del Re defunto, il primogenito Alfonso conservò l’Aragona col titolo di Alfonso 111° e il secondogenito Giacomo ebbe il Regno di Sicilia. Scissi in tal modo gli interessi del Re di Aragona da quelli del Re di Sicilia il Lauria giudicando giovevole ad Alfonso una tregua cogli Angioini la stipulò di sua iniziativa senza che il Re di Sicilia ne fosse a conoscenza. (1) Questa tregua era evidentemente assai dannosa per quest’ultimo e la Sicilia dovette, proprio nel momento in cui diveniva un regno indipendente, rinunziare all’aiuto di quell’Ammiraglio agli ordini del quale aveva versato tanto sangue ed al quale aveva fornito i valorosi ufficiali e marinai che gli avevano fatto ottenere così clamorose vittorie. In virtù di tale tregua Carlo 11° ottenne la libertà (2) ed il Lauria si procurò il più profondo risentimento dei Siciliani, che cominciarono a diffidare di lui. In seguito alla cessazione delle ostilità, non ancora sazio di prede, il Lauria fece vela con la sua armata verso Tunisi dove stipulò un Trattato con Abd-el-Nehit che si riconobbe vassallo del Re di Aragona. Con questo trattato il Lauria, senza preoccuparsi affatto dei diritti goduti dalla Sicilia sulla costa tunisina fino dall’epoca degli Svevi e dei Normanni, concordò che il capo di quella regione non solo pagasse a Re Alfonso il tributo fino allora corrisposto al Re di Sicilia, ma ottenne anche che al Re d’Aragona venisse promesso aiuto tutte le volte ne avesse fatto richiesta contro qualsivoglia nemico e che tutti i Cristiani stabilitisi in Tunisia fossero amministrati da un Console catalano. Come mette giustamente in evidenza il Manfroni (1) concludendo questo Trattato il Lauria si dimostrò «peggiore dei peggiori Ministri Angioini» perchè spogliò la Sicilia, che gli aveva fornito gli equipaggi coi quali aveva riportato tante vittorie, di antichissimi privilegi, di diritti commerciali, di vantaggi secolari «per dare il dominio del Medi-terraneo ed una marina sorta collo scopo preciso di soverchiare tutte le marine italiane». Il Manfroni trae da ciò la conclusione che, esaminate nel complesso le cause in seguito alle quali il dominio del Mediterraneo sfuggì quasi improvvisamente dalle mani degli Italiani, non si può dimenticare che (1) Nicolò Speciale nella sua opera Rerum Sicularum col. 955 avanza l’ipotesi che il Lauria abbia avuto dalla Casa d’Angiò dei doni assai cospicui per stipulare la tregua. (2) Carlo II venne incoronato Re di Napoli dal Pontefice Nicolò IV a Rieti nel 1289. (3) C. Manfroni — Opera citata — pag. 166. 48