l’inverno alcune unità per sorvegliare le mosse del nemico e per migliorare le fortificazioni delle isole. Queste unità il 19 Marzo mandarono ad informare il Provveditore all’ancora ad Aussa, che il giorno stesso erano giunte a Metelino provenienti dai Dardanelli 32 galere e 8 galeazze turche. Queste galere uscite dai Castelli, davanti ai quali non si trovava alcuna unità veneziana, avevano tentato di occupare Tenedo ma non vi erano riuscite per le condizioni del mare. Esse si erano quindi rifugiate a Metelino dopo aver perdute per naufragio 5 galere. 11 Provveditore trasmise la notizia a Lazzaro, ancora a Candia, e. questi diede subito ordine a tutti i sott’ordini che l’Armata si concentrasse al più presio alle Sdille dove egli stesso decise di recarsi immediatamente. Giunto colà il Mocenigo fece interzare 19 galere e 7 galeazze e diede ordine al Capitano delle Navi Bembo di recorsi subito con 12 navi a vela ai Dardanelli. Gli altri vascelli col secondo Capitano Vincenzo Querini ebbero invece l’ordine di rimanere alle Sdille pronti a raggiungere il Capitano Generale al primo cenno. I brigantini in esplorazione avevano intanto informato il Mocenigo che le 32 galere concentratesi a Metelino, erano state raggiunte da quelle armate dai Bey dell’Arcipelago. Egli allora con 19 galere e le 7 galeazze fece senz’altro rotta su Metelino, sperando trovarvi ancora il nemico. Ala, ivi giunto seppe che le galere erano partite per Scio. Recatosi allora a Scio, trovò il porto vuoto perchè il nemico ne era partito dirigendo su Rodi per riunirsi alle unità a vela dei barbareschi che stavano per entrare in Arcipelago ed insieme alle quali il Comandante turco doveva agire per riconquistare Tenedo e Lemno. II Mocenigo si recò allora a dar fondo a ridosso delle isole Spal-madori, all’imboccatura settentrionale del Canale di Scio, in attesa di avere ulteriori notizie sulle mosse del nemico che per recarsi in Alto Arcipelago avrebbe dovuto sicuramente passare in quelle vicinanze. Mentre il Mocenigo coll’Armata sottile era ivi appostato, entrò nel Canale di Scio proveniente dal Sud la caravana di Alessandria diretta a Smirne. Fu facile per i Veneziani assalire la caravana, che si sparpagliò in tutte le direzioni. Quattordici gaicche, governando col vento in poppa riuscirono a rifugiarsi nel porto di Suazick, altre 5 caddero in potere del Mocenigo, una venne incendiata e due furono portate ad incagliare sulla costa dagli stessi èquipaggi. Dai prigionieri il Mocenigo ebbe conferma che le galere nemiche erano tutte concentrate a Rodi in attesa delle navi di Barbaria. Il Mocenigo allora, lasciato l’ancoraggio di Spalmadori, attraversò il Canale di Scio dirigendo verso Samos nella speranza d’incontrarvi il nemico, ma trovò soltanto una saicca sfuggita alla cattura della caravana e senz’altro se ne impadronì. All’alba del 30 Aprile, presso Capo Bianco, il Mocenigo avvistò 167