gli avere in mano Camalli ed anche «di darli una palattia che zè « su la Natòlia» ; ma il Pesaro non si commosse nè cambiò la sua decisione ed il 9 Novembre lo fece morire. Il Capitano Generale ritornò a Corfù e, secondo le istruzioni ricevute dal Senato, istruì il processo contro Marco Loredan ex Governatore dello Zonchio, fino allora tenuto in carcere. Il 3 Gennaio 1502 il Loredan venne decapitato nel Castello di Corfù. La giusta severità del Pesaro venne generalmente lodata dall’armata, tanto più che il Loredan era parente del Doge di allora ed era figlio di un Alvise che era stato Capitano Generale da Mar e Procuratore di San Marco. Nei mesi invernali avvenne qualche incontro tra le galere veneziane e le fuste corsare. Tommaso Bucchia colla galera « Catarina » affondò una fusta ed un’altra nè catturò presso Cipro. Anche due galere di Candia presero due fuste in quelle acque. Intanto il Pesaro con tutta la sua energia pensava a mettere in piena efficienza le sue galere e sollecitava la Signoria ad armare per i mesi estivi il maggior numero possibile di unità, sperando di riuscire una buona volta a misurarsi coll’armata nemica. Nella primavera del 1502 finalmente il Pontefice inviò in Oriente le 20 galere promesse fino dall’ahno precedente. Delle unità pontificie fu nominato Commissario Giacomo Pesaro, Vescovo di Pafo, fratello del Capitan General veneziano, mentre il Pontefice designava al comando delle forze navali alleate il Cardinale Pietro D’Aubusson Gran Maestro dell’Ordine di Rodi. Benedetto Pesaro il 16 Maggio era nel porto di Cefalonia con 23 galere veneziane, e il nuovo Provveditore d’Armata Girolamo Contarmi, (1) a Napoli di Romania con altre nove galere. Non volendo perdere il tempo per attendere le armate alleate, il Pesaro decise di fare senz’altro un’incursione in forza in Arcipelago giacché sapeva ormai per dolorosa esperienza quanto tardasse ogni anno l’arrivo in Levante delle forze navali alleate. A Zante il Pesaro fu raggiunto da altre galere ed il 15 Giugno giunse a Cerigo dove si trovò ad avere ai suoi ordini 34 unità. Recatosi a Milo proseguì per Egina avendo avuta notizia che in quei giorni ne aveva tentata la conquista Camalli con 30 fuste. (2) Percorse quindi tutto l’Arcipelago catturando numerose fuste e (1) Girolamo Contarmi quom. Francesco da non confondersi coll’altro che 10 procedette. Era stato nel 1483 Capitano delle galere di Barbaria, nel 1485 Capitano di quelle di Berutti. Nel 1506 fu nominato Capitano a Ravenna e nel 1507 Provveditore d’Armata. In queU’anno prese agli imperiali Trieste e Fiume. Nel 1509 ebbe 11 comando delle barche armate per la difesa di Padova e nel 1510 ricevette da Giulio II lo stendardo di Capitan Generale neUa Lega costituitasi sotto gli auspici del Pontefice contro i Francesi. Nel 1513 si distinse alla difesa di Padova, della quale fu nominato Capitano nel 1515, ma morì prima di assumere la carica. Era nominato grillo ed aveva sposato una figlia del Doge Nicolò Tron. (2) Da quanto scrive il Sanudo nei suoi Diari, Camalli per tentare di prendere per sorpresa Egina imbarcò sulla galera l’insegna ed il fanale del Provveditore Pisani che aveva catturati allo Zonchio. 135